{/* Extracted from Header.astro - Use appropriate classes/styles if animations needed */}

Il Caso della Famiglia nel Bosco d’Abruzzo: Unschooling, Potestà Genitoriale e la Scuola che Divide l’Italia

Tra libertà educativa e tutela dei minori: la vicenda dei figli trasferiti in casa famiglia dopo la scelta dei genitori per l’unschooling

Il Caso della Famiglia nel Bosco d’Abruzzo: Unschooling, Potestà Genitoriale e la Scuola che Divide l’Italia

Indice

1. Introduzione al Caso: La Vita nel Bosco e la Scelta dell’Unschooling 2. Cosa è l’Unschooling: Definizione, Pratiche e Diffusione in Italia 3. La Normativa Italiana sull’Istruzione Domiciliare 4. Il Drammatico Intervento dei Servizi Sociali e il Trasferimento dei Minori 5. Il Dibattito Pubblico: Petizione a Sostegno della Famiglia e Opinione Pubblica 6. Le Ragioni dei Genitori: Vita Alternativa, Educazione Naturale e Valori Familiari 7. Il Punto di Vista delle Istituzioni: Tutela dei Minori e Obblighi di Legge 8. Riflessioni sulla Libertà Educativa e il Futuro dell’Educazione Parentale in Italia 9. Conclusioni e Prospettive

Introduzione al Caso: La Vita nel Bosco e la Scelta dell’Unschooling

Nel cuore dell’Abruzzo, una regione spesso celebrata per i suoi paesaggi incontaminati, si è consumata una vicenda che ha attirato l’attenzione nazionale e internazionale: quella della cosiddetta "famiglia del bosco". Una coppia di origine anglo-australiana, determinata a vivere secondo principi di autarchia, rispetto della natura e indipendenza dalle convenzioni sociali, ha vissuto con i tre figli in una casa immersa nei boschi, priva di acqua, luce ed energia.

La loro scelta educativa era chiara: niente scuola tradizionale, bensì unschooling, ovvero istruzione parentale senza programmi standardizzati, ma condotta con l’ausilio di una insegnante privata. Una decisione che, in breve tempo, li ha posti al centro di uno scontro durissimo tra il diritto alla libertà educativa e la responsabilità delle istituzioni nella tutela dei minori.

Nel novembre 2025 è arrivato il provvedimento della magistratura: i figli sono stati allontanati da casa e trasferiti in una struttura protetta, mentre i genitori hanno perso la potestà genitoriale. Un fatto che ha rialimentato il dibattito sull’educazione alternativa, portando la comunità degli "unschooler" e dei sostenitori della libertà educativa in Italia a chiedersi quanta autonomia abbiano davvero le famiglie in merito alla crescita dei figli.

Cosa è l’Unschooling: Definizione, Pratiche e Diffusione in Italia

L'unschooling è una forma di educazione parentale che si sviluppa come rifiuto dei metodi scolastici tradizionali. A differenza dell’homeschooling classico, l’unschooling non fa affidamento su un programma scolastico definito, ma si basa sull’apprendimento naturale, guidato dagli interessi e dalle curiosità spontanee dei bambini. Ogni giornata è scandita non da orari e materie predefinite, ma dalle esperienze quotidiane, dall’interazione con l’ambiente naturale e dal rapporto diretto con i genitori o, come nel caso della famiglia abruzzese, con l’aiuto di una figura educativa privata.

In Italia questa filosofia educativa, sebbene minoritaria, ha guadagnato negli ultimi anni un crescente seguito. Secondo dati raccolti da associazioni di istruzione alternativa, sono almeno duemila le famiglie italiane che adottano vere e proprie forme di unschooling, specie nelle regioni del nord, ma anche in aree rurali del centro e sud Italia. Le motivazioni sono varie: dal desiderio di proporre ai figli un’educazione personalizzata, alla critica del sistema scolastico pubblico, fino alla volontà di garantire una crescita a contatto con la natura.

La Normativa Italiana sull’Istruzione Domiciliare

Nel nostro Paese l’obbligo scolastico è sancito dalla Costituzione – "l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita" (Art. 34). Tuttavia, la legge consente l’istruzione parentale, purché sia garantito il diritto all’istruzione e il rispetto delle conoscenze e competenze stabilite dalle direttive ministeriali.

Le famiglie che scelgono homeschooling o unschooling devono inviare una comunicazione formale all’istituto scolastico di riferimento e sostenere annualmente un esame di idoneità presso una scuola pubblica. In assenza di tali adempimenti, i servizi sociali e le autorità scolastiche hanno il compito di monitorare la situazione e intervenire in caso di rischio di pregiudizio per i minori.

Nel caso della famiglia del bosco abruzzese, sembra che le istituzioni abbiano rilevato carenze negli obblighi normativi: si parla di mancato sostegno agli esami ministeriali e di difficoltà nel monitoraggio delle condizioni di vita dei bambini, a causa anche dell’isolamento e della totale assenza di servizi moderni come acqua corrente, elettricità e gas.

Il Drammatico Intervento dei Servizi Sociali e il Trasferimento dei Minori

Il 21 novembre 2025, dopo mesi di segnalazioni e indagini, i servizi sociali – in accordo con la magistratura – sono intervenuti presso l’abitazione della famiglia, procedendo al trasferimento immediato dei tre figli minori in una casa famiglia. L’operazione, inevitabilmente traumatica per tutti i soggetti coinvolti, è stata giustificata dalle autorità come misura necessaria per tutelare il diritto all’istruzione, la salute e lo sviluppo psicosociale dei minori.

Con questo provvedimento i genitori hanno formalmente perso la potestà genitoriale. Secondo la ricostruzione delle fonti istituzionali, le cause principali sarebbero legate sia all’inadempimento degli obblighi di formazione scolastica, sia alle condizioni di vita reputate "inadeguate". Il contesto domestico – una dimora nei boschi senza acqua, gas e elettricità – è stato giudicato rischioso per la crescita equilibrata dei minori, specie alla luce di alcune difficoltà sanitarie e relazionali evidenziate dai servizi territoriali.

Il Dibattito Pubblico: Petizione a Sostegno della Famiglia e Opinione Pubblica

L’intervento delle autorità ha subito diviso l’opinione pubblica e acceso un vivace dibattito sia tra i sostenitori delle forme di educazione alternativa, sia tra chi rivendica la centralità delle garanzie scolastiche ed educative. Sul web si è scatenata una vera e propria mobilitazione in difesa della famiglia: una petizione lanciata per riportare i bambini dai genitori e tutelare il diritto delle famiglie a scegliere un percorso educativo diverso dalla scuola pubblica ha raggiunto oltre 13.000 firme in poche settimane. Molte organizzazioni per la libertà educativa hanno denunciato la vicenda come "attacco alle scelte consapevoli delle famiglie" e hanno invitato le istituzioni a un confronto più aperto sulle pratiche di homeschooling e unschooling.

Parallelamente, una larga fetta della società civile ha sostenuto la necessità di garantire a tutti i bambini accesso a istruzione, salute e socialità, sottolineando l’importanza di controlli severi nelle situazioni familiari a rischio di isolamento o degrado materiale.

Le Ragioni dei Genitori: Vita Alternativa, Educazione Naturale e Valori Familiari

I genitori – intervistati da alcune testate locali e associazioni favorevoli all’educazione parentale – si sono detti "devastati" dalla decisione dei servizi sociali. La loro posizione è chiara: la scelta di vivere senza elettricità e acqua corrente non è frutto di degrado o indigenza, ma di una precisa opzione culturale e spirituale, ispirata a valori di rispetto per l’ambiente, autosufficienza, e di una profonda sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica mondiale.

Nel tempo, raccontano, hanno sempre assicurato ai figli la presenza di un'insegnante privata madrelingua, con la quale i bambini imparavano sia materie tradizionali sia abilità pratiche di autosufficienza. Le giornate erano dedicate al contatto diretto con la natura, alla sperimentazione scientifica domestica e al dialogo costante all’interno del nucleo familiare.

Inoltre, i genitori affermano di non aver mai voluto isolare i minori, ma di proteggerli da un ambiente urbano percepito come tossico e alienante. Il loro modello di riferimento – la cosiddetta "vita alternativa" nelle campagne abruzzesi – viene raccontato come esempio di benessere olistico e comunitario, con l’intento di fornire ai figli strumenti critici per affrontare il mondo.

Il Punto di Vista delle Istituzioni: Tutela dei Minori e Obblighi di Legge

Le autorità coinvolte – magistratura, Comune, servizi sociali – hanno più volte richiamato la necessità di bilanciare la libertà di scelta educativa delle famiglie con il dovere costituzionale di garantire a tutti i minori pari opportunità di sviluppo, apprendimento e socializzazione. La mancanza di servizi essenziali come energia, acqua e riscaldamento, per esempio, secondo alcune relazioni sanitarie, esporrebbe i più piccoli a possibili rischi di salute.

Dal punto di vista legislativo, l’allontanamento dei minori e la sospensione della potestà genitoriale sono sempre misure eccezionali, adottate solo in presenza di situazioni gravi e protratte. Nel dossier relativo alla famiglia abruzzese si fa riferimento a "condizioni di isolamento materiale e culturale" che avrebbero impedito una corretta valutazione del percorso educativo da parte delle autorità scolastiche.

Riflessioni sulla Libertà Educativa e il Futuro dell’Educazione Parentale in Italia

Il caso della famiglia abruzzese riapre una questione fondamentale: quanto spazio ha la libertà educativa privata nel nostro sistema giuridico e culturale? Oggi, nonostante l’incremento delle famiglie che scelgono homeschooling e unschooling, il contesto italiano rimane caratterizzato da forti controlli pubblici e da una diffusa diffidenza verso modelli non convenzionali di educazione.

Se da un lato la scuola è considerata presidio di uguaglianza e tutela per i soggetti più fragili, dall’altro la crescente richiesta di approcci personalizzati – soprattutto in contesti con bisogni educativi speciali – spinge a ripensare i limiti e le forme della istruzione parentale. Proprio questo caso ha sollevato interrogativi: è giusto imporre un solo modello di crescita? Qual è il limite tra protezione del minore e rispetto dell’autonomia familiare?

Conclusioni e Prospettive

La vicenda della famiglia nel bosco d’Abruzzo segna un nuovo punto di svolta nel dibattito sull’istruzione e sulla libertà familiare in Italia. Mentre le istituzioni chiedono maggiore chiarezza e strumenti di verifica per tutelare i minori, migliaia di famiglie invocano il diritto a scegliere per i propri figli un percorso educativo che rispecchi i propri valori.

In futuro, sarà fondamentale aprire un dibattito serio – coinvolgendo esperti di pedagogia, giuristi, educatori, e le stesse famiglie – per ridefinire i confini dell’educazione parentale, garantendo la tutela dei minori ma anche il rispetto della pluralità di esperienze formative.

Solo attraverso il confronto e la trasparenza sarà possibile individuare soluzioni equilibrate e sostenibili, che sappiano tenere conto sia della tutela dei più deboli sia della ricchezza delle differenze culturali e pedagogiche presenti nel nostro Paese.

In sintesi, il caso della famiglia abruzzese dimostra quanto sia complesso il rapporto fra libertà educativa e obblighi istituzionali, e invita la società a riflettere su come equilibrare autonomia, responsabilità e diritto all’apprendimento.

Pubblicato il: 21 novembre 2025 alle ore 15:12