1. Introduzione 2. Le cause dell'alluvione 3. Impatto sulla popolazione e sulle infrastrutture 4. Interventi di soccorso e misure adottate 5. Prospettive future e prevenzione
Introduzione
La città di Hat Yai, nel sud della Thailandia, è stata travolta da un’alluvione record: il 21 novembre 2025 sono caduti 335 mm di pioggia in un solo giorno, il livello più alto registrato lì negli ultimi 300 anni. In soli tre giorni (19–21 novembre) il cumulo pluviometrico ha superato i 630 mm, superando anche le piogge storiche del 2010. L’acqua ha saturato fiumi e canali, riversandosi sulla città e provocando inondazioni con livelli fino a 2,50 metri, raggiungendo in alcune zone addirittura i 4 metri.
Le cause dell'alluvione
L’alluvione di Hat Yai è stata innescata da piogge monsoniche eccezionalmente intense, amplificate da un monsone nord-orientale rafforzato e da una cellula di bassa pressione persistente che ha interessato il sud della Thailandia. Queste condizioni hanno generato precipitazioni torrenziali concentrate in pochi giorni, con accumuli record: nella sola giornata più critica, le piogge hanno raggiunto 335 mm, saturando fiumi e canali. In alcune aree, il livello dell’acqua ha superato i 2 metri, sommergendo case, strade e attività commerciali, mentre migliaia di residenti sono stati costretti a evacuare. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza, mobilitando elicotteri, barche e squadre di soccorso.
Impatto sulla popolazione e sulle infrastrutture
L'ondata di maltempo ha colpito nove province thailandesi e otto stati malesi, causando decine di vittime e costringendo decine di migliaia di persone a evacuare le proprie abitazioni. A Hat Yai, centinaia di residenti e turisti sono rimasti intrappolati nelle loro case e negli hotel a causa dell'innalzamento del livello dell'acqua. Le infrastrutture locali, comprese strade e ponti, hanno subito danni significativi, complicando ulteriormente le operazioni di soccorso. Le conseguenze sono drammatiche: l’inondazione ha causato oltre 162 morti in tutto il Sud della Thailandia, con la provincia di Songkhla — di cui Hat Yai fa parte — come area più colpita, con 126 decessi confermati. Si contano centinaia di migliaia di sfollati, con intere comunità isolate dai soccorsi e collegamenti interrotti.
Interventi di soccorso e misure adottate
Le autorità thailandesi hanno dichiarato Hat Yai zona disastrata con bandiera rossa, ordinando evacuazioni urgenti in 103 villaggi per proteggere migliaia di residenti dalle inondazioni. Il Primo Ministro Anutin Charnvirakul ha visitato la città, distribuendo kit di sopravvivenza e sollecitando un drenaggio accelerato delle acque, per ridurre il rischio di ulteriori allagamenti. Sono stati attivati protocolli di emergenza per trasferire i pazienti dagli ospedali colpiti dall’acqua, utilizzando elicotteri e mezzi militari, mentre squadre di soccorso hanno assistito le persone isolate nelle aree sommerse. Per prevenire malattie legate all’acqua stagnante, le autorità hanno distribuito compresse per la purificazione dell’acqua e organizzato punti di distribuzione di pasti e acqua potabile. Le misure messe in campo hanno lo scopo di limitare le conseguenze immediate del disastro, proteggere la popolazione e garantire la sicurezza nelle zone più colpite.
Prospettive future e prevenzione
Mentre le acque iniziano a ritirarsi, l’attenzione si sposta sulla ricostruzione delle infrastrutture e sul sostegno alle comunità colpite: il governo thailandese ha lanciato un piano di recupero che include la riparazione di abitazioni, strade, ospedali e servizi essenziali.Le autorità stanno valutando misure preventive per fronteggiare futuri disastri: tra queste ci sono il miglioramento dei sistemi di drenaggio, il rafforzamento dei corsi d’acqua e l’implementazione di sistemi di allerta precoce per monitorare nubifragi e alluvioni. In parallelo, sono in corso interventi di assistenza alle famiglie: distribuzione di beni di prima necessità, acqua potabile, medicinali e kit di emergenza per chi ha perso la casa o è rimasto senza servizi. La comunità internazionale e organizzazioni umanitarie sono sollecitate a sostenere la Thailandia con aiuti strutturali e supporto tecnico: non solo per la ricostruzione immediata, ma anche per affrontare le sfide crescenti legate al cambiamento climatico, rafforzando la resilienza del territorio.Seguici su EduNews24.it per gli aggiornamenti in tempo reale.Ilaria Brozzi