Esami di diritto scritti a mano: la risposta della Victoria University al rischio cheating con l’Intelligenza Artificiale
Indice
1. Introduzione 2. Il contesto: l’annuncio che cambia le regole 3. Le motivazioni del divieto: evitare il cheating IA negli esami di diritto 4. La reazione degli studenti e delle comunità accademiche 5. Il ruolo del preside e la mancanza di una soluzione tecnica 6. Le difficoltà organizzative: nessuna tabella di marcia offrta 7. Prospettiva legislativa e regolamentare: la sfida universitaria 8. Prevenzione della truffa IA: strumenti adottati e criticità 9. Esami scritti a mano: ritorno al passato o necessità attuale? 10. Impatto sulla didattica e il futuro della valutazione accademica 11. Il dibattito internazionale sul cheating IA e l’esperienza neozelandese 12. Sintesi finale e prospettive
Introduzione
La crescente pervasività dell’Intelligenza Artificiale (IA) nell’ambito accademico ha portato le principali università di tutto il mondo a rivedere i propri regolamenti in materia di esami. Un’esempio emblematico proviene dalla Victoria University of Wellington, Nuova Zelanda: la recente decisione di vietare l’uso dei laptop durante gli esami di diritto, obbligando gli studenti a scrivere le proprie prove a mano, ha suscitato un acceso dibattito sia all’interno che all’esterno dei confini universitari. L’obiettivo dichiarato? Prevenire il cheating tramite IA e ristabilire un contesto di valutazione equo e trasparente.
Il contesto: l’annuncio che cambia le regole
L’8 maggio 2025 la Victoria University of Wellington ha diffuso un annuncio ufficiale che segna uno spartiacque nella gestione degli esami universitari: per la sessione imminente di esami di diritto, agli studenti sarà vietato l’utilizzo dei laptop. Dovranno, quindi, tornare a scrivere con carta e penna. Una scelta scaturita dall’esigenza di arginare la crescente diffusione delle tecniche di cheating IA e di garantire che la preparazione degli studenti possa essere valutata in modo autentico e personale. L’annuncio è stato accolto con sorpresa e, in alcuni casi, con sgomento dai diretti interessati, molti dei quali si sono detti impreparati a questa inversione di rotta metodologica.
Le motivazioni del divieto: evitare il cheating IA negli esami di diritto
La decisione si inserisce in un panorama globale dove l’integrità delle prove accademiche è sottoposta a continui attacchi grazie (o a causa) delle nuove tecnologie digitali. Il rischio di cheating IA negli esami di diritto è particolarmente elevato: strumenti come i chatbot evoluti, la traduzione automatica e il completamento automatico del testo offrono agli studenti opportunità inedite di eludere la sorveglianza, reperire risposte e svolgere temi in tempo reale durante lo svolgimento della prova.
Il Professor Geoff McLay, preside della facoltà di giurisprudenza, ha espresso apertamente la sua preoccupazione riguardo alla possibilità che gli studenti possano sfruttare i laptop per accedere a software non autorizzati durante gli esami. L’appello alla responsabilità accademica è stato quindi accompagnato dalla misura drastica della scrittura a mano come unico mezzo per garantire l’assenza di ingerenze esterne.
La reazione degli studenti e delle comunità accademiche
L’annuncio non ha lasciato indifferente la popolazione studentesca. Uno studente di giurisprudenza, rimasto anonimo, ha dichiarato che “gli studenti sono stati lasciati in balia degli eventi” dopo l’annuncio del 5 maggio. Il tema centrale delle proteste riguarda la tempestività della comunicazione e la mancanza di un periodo di transizione. Molti studenti sostengono di aver investito tempo e risorse nell’apprendimento di tecniche di scrittura digitale, sentendosi ora penalizzati da un repentino ritorno alla scrittura manuale.
Le comunità accademiche, sia locali che internazionali, hanno avviato un dibattito sulle possibili conseguenze di questa decisione. Fra le questioni più discusse:
* L’effettiva efficacia del divieto laptop nel prevenire il cheating IA * Il rischio di discriminazione verso studenti con difficoltà motorie o DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) * Il ruolo dell’università nel trovare un equilibrio fra innovazione tecnologica e tutela dell’integrità accademica * Esigenze di adattamento da parte del corpo docente
Il ruolo del preside e la mancanza di una soluzione tecnica
Il Professor Geoff McLay si è trovato al centro della polemica, dovendo difendere la difficile scelta. Ha sostenuto che, data la rapidità con cui le tecnologie IA si stanno evolvendo, sarebbe stato impossibile predisporre una soluzione tecnica adeguata entro il prossimo mese. McLay ha ammesso che “non ci sarà una soluzione tecnica disponibile per il prossimo mese”, sottolineando così l’urgenza della decisione e la necessità di misure immediate, anche se temporanee e drastiche come il divieto totale di laptop.
Questa posizione è sintomatica delle difficoltà incontrate dalle università di tutto il mondo nel tenere il passo con l’innovazione. La necessità di una risposta tempestiva è stata quindi preferita rispetto all’attesa di strumenti più sofisticati di monitoraggio e controllo, che potrebbero richiedere mesi, se non anni, per essere sviluppati e adottati con successo.
Le difficoltà organizzative: nessuna tabella di marcia offerta
Uno degli aspetti principali della protesta sollevata dagli studenti riguarda la mancanza di una tabella di marcia dettagliata da parte dell’università. L’annuncio, per quanto chiaro nei suoi intenti, non ha fornito indicazioni precise su come verranno organizzati gli esami, quali saranno le modalità operative per la sorveglianza, né quali strumenti scrittori saranno concessi durante le prove.
Inoltre, rimangono aperti diversi interrogativi pratici:
* Come verranno gestiti i casi di studenti con difficoltà motorie? * Esistono misure compensative per chi ha necessità particolari? * Saranno previsti tempi aggiuntivi o strumenti di supporto?
La mancanza di una pianificazione dettagliata costringe gli studenti a muoversi in un regime di incertezza, alimentando timori circa l’equità e la regolarità dello svolgimento degli esami.
Prospettiva legislativa e regolamentare: la sfida universitaria
La decisione della Victoria University di vietare i laptop negli esami di diritto non è un caso isolato. Diversi atenei nel mondo stanno affrontando una sfida simile, spesso optando per restrizioni temporanee o sperimentando strumenti di controllo remoto. Tuttavia, l’incertezza normativa complica ulteriormente il quadro: mentre la tecnologia avanza a ritmi vertiginosi, la regolamentazione fatica a tenere il passo.
Di fatto, la prevenzione della truffa IA negli esami universitari si colloca sotto una duplice responsabilità: da un lato, le università sono chiamate ad aggiornare i propri regolamenti interni per preservare il merito e la trasparenza; dall’altro, le autorità di controllo devono assicurare che i principi di inclusività, equità ed efficienza non vengano traditi da restrizioni troppo severe o generiche.
Prevenzione della truffa IA: strumenti adottati e criticità
Nel tentativo di prevenire la truffa IA, diversi atenei hanno esplorato soluzioni tecnologiche quali software di proctoring avanzato, browser bloccati, intelligenza artificiale rilevatrice di plagio e monitoraggio in tempo reale. Tuttavia, tali strumenti presentano costi elevati, richiedono una formazione tecnica e, spesso, sollevano questioni etiche relative alla privacy degli studenti.
La scelta di tornare agli esami scritti a mano, dunque, si pone come soluzione di immediato impatto ma non priva di criticità:
* Rischio di discriminazione verso studenti svantaggiati * Incremento dello stress e della fatica psicofisica * Potenziale arretramento nell’innovazione didattica
Tuttavia, almeno nel breve termine, può rappresentare una valida risposta di fronte a una minaccia inedita e difficilmente controllabile.
Esami scritti a mano: ritorno al passato o necessità attuale?
L’obbligo di esami scritti a mano alla Victoria University riporta il dibattito accademico a una dimensione che sembrava ormai superata. Con l’avvento dei laptop e la digitalizzazione delle prove, la scrittura manuale era stata progressivamente abbandonata in favore della rapidità di digitazione, della facilità di correzione e della maggiore leggibilità degli elaborati.
Tuttavia, l’emergenza rappresentata dal cheating IA impone di riconsiderare le modalità tradizionali come strumento di controllo e garanzia. Alcuni docenti sostengono che tornare a scrivere a mano possa persino favorire una maggiore riflessione critica e consapevolezza nella costruzione dell’argomentazione. Non mancano, però, voci critiche che sottolineano le difficoltà per chi non è abituato o per chi presenta difficoltà grafomotorie.
Impatto sulla didattica e il futuro della valutazione accademica
L’imposizione degli esami scritti a mano avrà sicuramente conseguenze anche sulla metodologia didattica. Gli insegnanti saranno chiamati a ripensare le modalità di training e simulazione d’esame, così come la stessa valutazione degli elaborati dovrà adattarsi alle nuove difficoltà legate a decifrabilità e omogeneità delle prove.
Nel medio-lungo termine, la sfida per la Victoria University sarà quella di elaborare un sistema ibrido che sappia coniugare le esigenze di integrità e trasparenza con quelle d’innovazione tecnologica. Molti esperti suggeriscono lo sviluppo di piattaforme d’esame protette, sistemi biometrici di autenticazione o blockchain della valutazione, capaci di assicurare l’identità dello studente e l’originalità delle risposte.
Il dibattito internazionale sul cheating IA e l’esperienza neozelandese
Il caso della Victoria University non è isolato a livello mondiale. Università in Stati Uniti, Europa e Asia stanno adottando strategie simili o alternative per prevenire il cheating IA. In particolare:
* Alcuni atenei limitano l’uso di dispositivi elettronici durante le prove * In altri paesi, vengono utilizzati sistemi di proctoring remoto basati su IA * Vi sono sperimentazioni di esami “open book” in formato cartaceo * Si dibatte sulla creazione di codici etici specifici contro l’uso illecito dell’IA
L'esperienza della Nuova Zelanda rappresenta, dunque, un prezioso laboratorio di sperimentazione, i cui risultati saranno osservati con attenzione dal resto della comunità accademica internazionale.
Sintesi finale e prospettive
Il divieto di laptop negli esami di diritto imposto dalla Victoria University of Wellington rappresenta una risposta rapida e drastica a un fenomeno di cheating IA in rapida evoluzione. Pur con tutte le criticità, la misura dimostra la determinazione dell’istituzione nel difendere l’integrità della valutazione accademica, anche a costo di ritornare a forme di esame meno tecnologiche.
Il futuro della prevenzione della truffa IA passerà probabilmente da soluzioni tecnologiche sempre più avanzate, ma la lezione più importante di questa vicenda è che nessuna innovazione deve mai venire a scapito dell’equità, della trasparenza e dei diritti degli studenti. Non rimane che seguire con attenzione i prossimi sviluppi, sia a Victoria University che nel panorama internazionale, per valutare quale sarà la formula migliore nella difficile lotta contro il cheating IA.