Crisi senza precedenti: Trump revoca la certificazione SEVP ad Harvard, migliaia di studenti internazionali a rischio espulsione
Data pubblicazione: 23 maggio 2025
Indice
* Introduzione: Uno scontro senza precedenti tra Casa Bianca e Harvard * Cosa significa la revoca della certificazione SEVP per Harvard e gli studenti internazionali * Le motivazioni dell’amministrazione Trump alla base della decisione * Reazioni immediata di Harvard e del mondo accademico statunitense * Implicazioni per gli studenti: il dramma delle 72 ore * Richiesta dei registri disciplinari: privacy e precedenti * Accuse di antisemitismo e collaborazione con il Partito Comunista Cinese * Il ricorso di Harvard e le prospettive legali * Conseguenze politiche e rapporto tra università e amministrazione USA * Impatto sull’immagine internazionale delle università americane * La reazione degli studenti internazionali e delle loro famiglie * Le possibili ripercussioni a lungo termine sulla crisi universitaria USA * Conclusione: Uno spartiacque per la politica universitaria e migratoria degli Stati Uniti
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Introduzione: Uno scontro senza precedenti tra Casa Bianca e Harvard
Con una decisione senza precedenti, l’amministrazione presieduta da Donald Trump ha revocato, in data 23 maggio 2025, la certificazione SEVP (Student and Exchange Visitor Program) all’Università di Harvard. Ciò significa che, da ora, Harvard non potrà più iscrivere studenti internazionali, ponendo a rischio la posizione di migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo. La decisione scuote le fondamenta della formazione accademica globale e solleva seri dubbi sui futuri rapporti tra il sistema universitario statunitense e i talenti globali.
Questa mossa, che molti già definiscono un vero e proprio "shock senza precedenti", si inserisce in un’escalation di conflitti tra la Casa Bianca e le principali istituzioni accademiche del Paese. Secondo le fonti ufficiali, Harvard dispone ora di un margine temporale decisamente ristretto (72 ore) entro cui gli studenti internazionali dovranno valutare se trasferirsi presso altri atenei autorizzati, pena la loro permanenza illegale negli Stati Uniti.
Cosa significa la revoca della certificazione SEVP per Harvard e gli studenti internazionali
La certificazione SEVP consente agli istituti universitari statunitensi di accettare ed iscrivere studenti e ricercatori internazionali beneficiando di visti specifici, come l’F-1 e il J-1. L’improvvisa cancellazione di questa facoltà getta nel caos la più illustre tra le università americane, universalmente considerata un vettore di eccellenza e inclusione internazionale.
La revoca implica che tutti gli studenti internazionali iscritti ad Harvard si trovano improvvisamente senza una base legale per permanere nel Paese attraverso l’università. Come previsto dalle normative vigenti, una volta sospesa la certificazione SEVP, gli studenti avrebbero solo 72 ore di tempo per:
* Trasferirsi rapidamente in un altro istituto che mantenga ancora la certificazione SEVP; * Lasciare gli Stati Uniti, con tutte le gravi conseguenze logistiche, personali ed economiche del caso.
Ciò che complica ulteriormente la situazione, è la scarsissima pre-avvisatura fornita sia agli studenti che all’amministrazione di Harvard, provocando un clima di crescente incertezza.
Le motivazioni dell’amministrazione Trump alla base della decisione
Secondo quanto comunicato con una nota ufficiale dal Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS), la motivazione della revoca della certificazione SEVP ad Harvard è da ricercarsi in gravi accuse rivolte all’università, ritenuta colpevole di:
* Non garantire adeguati livelli di sicurezza per quanto concerne la permanenza di studenti stranieri; * Favorire, secondo l’interpretazione dell’amministrazione, dinamiche di antisemitismo all’interno del campus; * Mantenere presunti legami, non meglio esplicitati, con il Partito Comunista Cinese.
A rafforzare queste accuse, la richiesta, sempre da parte federale, che l’università fornisca tutti i registri disciplinari relativi agli studenti internazionali degli ultimi cinque anni. Un aspetto fortemente controverso dal punto di vista della privacy e della tutela dei dati personali. Le fonti ufficiali hanno specificato che la decisione è stata presa "nell’interesse della sicurezza nazionale e sul fondamento di prove raccolte dagli organi investigativi".
Reazione immediata di Harvard e del mondo accademico statunitense
Harvard, attraverso un comunicato del Presidente e del Board of Trustees, ha dichiarato che l’azione dell’amministrazione Trump è "illegale, sproporzionata e priva di fondamento oggettivo", annunciando un immediato ricorso presso le corti federali competenti. Intorno all’ateneo si è subito stretto un ampio fronte di solidarietà, con numerose altre università di primo piano (tra cui MIT, Stanford e University of California) che hanno espresso "profonda preoccupazione per il futuro della ricerca e della libertà accademica negli Stati Uniti".
Voci critiche si sono levate anche dal mondo degli alumni, da organizzazioni internazionali e da centri di ricerca, i quali hanno definito la mossa del governo "un attacco senza precedenti all’autonomia universitaria e al diritto allo studio". Non stupisce, quindi, che tra le parole più ricercate in queste ore vi siano: Trump revoca certificazione SEVP Harvard, Harvard espulsione studenti stranieri, Decisione Trump università USA.
Implicazioni per gli studenti: il dramma delle 72 ore
La parte più drammatica della vicenda riguarda direttamente gli oltre 5.000 studenti internazionali iscritti ad Harvard nel 2025. In meno di tre giorni, questi studenti dovranno prendere decisioni che avranno ripercussioni vitali sulle loro carriere, il loro benessere e, spesso, sulla sicurezza personale. Molti di loro sono in condizioni di fragilità, con famiglie lontane e risorse economiche limitate.
L’improvvisa comunicazione della revoca della certificazione SEVP ha generato scene di panico nei dormitori e negli uffici amministrativi dell’ateneo. Gli studenti si sono riversati presso i centri di orientamento per tentare una disperata corsa contro il tempo alla ricerca di una soluzione alternativa. Sono emerse grandi difficoltà burocratiche: il trasferimento verso un altro istituto richiede una serie di pratiche amministrative che normalmente necessitano settimane, se non mesi.
Tra le domande più frequenti in queste ore vi sono:
* Quali Università accetteranno nuovi studenti internazionali con così poco preavviso? * È possibile trasferire i crediti accademici in tempi così rapidi? * Cosa succede a chi non riesce a mettersi in regola entro le 72 ore?
Richiesta dei registri disciplinari: privacy e precedenti
Particolarmente critica è la richiesta, da parte del Governo, che Harvard consegni l’intera documentazione disciplinare degli studenti internazionali degli ultimi cinque anni. Un’azione senza precedenti che, secondo l’amministrazione, sarebbe giustificata dall’esistenza di "preoccupanti attività sovversive e antiseminite".
Non sono mancati, da parte di esperti legali e di organizzazioni per la tutela dei diritti civili, accorati appelli a difesa della privacy di migliaia di giovani. Consegnare tali documenti, dicono gli analisti, equivarrebbe ad una pesante violazione dei principi fondanti della ricerca e della libera formazione accademica, oltre a rappresentare un potente deterrente per i futuri candidati internazionali a qualsiasi università USA.
Accuse di antisemitismo e collaborazione con il Partito Comunista Cinese
Al cuore del provvedimento vi sono due accuse specifiche:
1. Antisemitismo: Il DHS sostiene di aver raccolto elementi che testimoniano una "crescente tolleranza o addirittura promozione di attività antisemitiche" tra studenti e docenti di Harvard. Il segretario alla sicurezza interna ha riferito che "non è più tollerabile che nel cuore dell’America si diffondano sentimenti contrari ai valori fondanti del paese".
1. Collaborazione con il Partito Comunista Cinese: Il governo Trump ha inserito tra le motivazioni della revoca la presunta collaborazione tra l’ateneo e organizzazioni affiliate al Partito Comunista Cinese. Manca, tuttavia, una trasparente esposizione delle "prove" a sostegno di tali gravi affermazioni, sollevando il sospetto di un uso politico della misura restrittiva.
Come evidenziato nelle ricerche online, sono proprio i termini Accusa antisemitismo Harvard Trump e Harvard Partito Comunista Cinese ad attirare oggi la massima attenzione.
Il ricorso di Harvard e le prospettive legali
Harvard ha prontamente annunciato la volontà di ricorrere in giudizio contro il provvedimento della Casa Bianca, dichiarando la misura “del tutto illegale e arbitraria”. L’ateneo potrà tentare diverse strade: un ricorso d’urgenza presso i tribunali federali per bloccare temporaneamente la revoca, segnalazioni presso organizzazioni internazionali per i diritti umani e, se necessario, un ricorso fino alla Corte Suprema.
La via legale è tuttavia accidentata: la Corte Suprema degli Stati Uniti si è spesso dimostrata poco incline a intervenire su questioni legate alla sicurezza nazionale e all’immigrazione. Non mancano, tuttavia, i precedenti di pronunciamenti a tutela dell’autonomia degli enti accademici (si ricordi il caso DACA nel 2020). Molti esperti ritengono difficile che un simile provvedimento possa essere giudicato legittimo sulla base della documentazione oggi disponibile.
Conseguenze politiche e rapporto tra università e amministrazione USA
A livello politico, la decisione segna un nuovo, profondo solco tra governo federale e sistema accademico. Le università americane, tradizionalmente baluardo di pluralismo, inclusione e ricerca globale, rischiano di essere travolte da una "politica dell’immigrazione universitaria" improntata a scelte drastiche e isolazioniste. L’episodio si inserisce, infatti, in una lunga serie di scontri tra amministrazione Trump e principali istituti di istruzione superiore: dalle restrizioni ai visti di ricerca, agli attacchi ai finanziamenti pubblici per le università che promuovono prese di posizione "incompatibili coi valori americani".
L’azione del 2025 potrebbe rappresentare il capitolo finale di una guerra a colpi di decreti, ricorsi giudiziari e prese di posizione pubbliche fortemente polarizzate.
Impatto sull’immagine internazionale delle università americane
La reputazione delle università USA si basa anche sulla capacità di attrarre talenti da ogni nazione. La decisione di espellere in blocco gli studenti internazionali da Harvard rischia di segnare, secondo molti, un autentico "punto di non ritorno". Potremo assistere a:
* Immediata riduzione delle iscrizioni di studenti stranieri negli anni successivi; * Spostamento dei flussi accademici verso Canada, Regno Unito, Australia o Paesi dell’Unione Europea; * Erosione del ruolo di leadership scientifica e accademica detenuto dagli atenei USA nel panorama globale.
Secondo analisti indipendenti, la cosiddetta “crisi università USA studenti esteri” potrà avere impatti devastanti anche per i finanziamenti, le collaborazioni scientifiche e l’innovazione tecnologica nazionale.
La reazione degli studenti internazionali e delle loro famiglie
Nelle ore successive all’annuncio, si sono registrate proteste spontanee nei campus di Harvard e in numerose città universitarie. Studenti provenienti da oltre 80 Paesi hanno espresso rabbia, tristezza e profondo senso d’ingiustizia per una decisione che, come sottolineato da molti, "colpisce chi ha sempre rispettato le regole, contribuito in modo decisivo alle comunità accademiche, investito nel sogno americano".
Le famiglie degli studenti, in particolare nei Paesi asiatici, sudamericani ed africani, hanno chiesto ai loro governi di intervenire presso le ambasciate e le organizzazioni internazionali affinché sia fatta pressione su Washington per il ripristino immediato dei diritti degli studenti colpiti dal provvedimento.
Le possibili ripercussioni a lungo termine sulla crisi universitaria USA
Guardando al futuro, la decisione potrebbe
* Innescare un effetto domino su altre università statunitensi minacciate di misure simili; * Alimentare un clima di diffidenza e sfiducia verso il sistema accademico americano, proprio da parte dei soggetti sui quali si fonda la sua eccellenza; * Ridurre gli investimenti stranieri in ricerca e innovazione, a beneficio di altri poli accademici concorrenti.
Molti esperti ritengono che l’episodio rappresenti un passo potenzialmente "irreversibile" della politica migratoria universitaria dell’era Trump, e che la "politica immigrazione universitaria Trump" sarà oggetto di lungo esame nei prossimi decenni.
Conclusione: Uno spartiacque per la politica universitaria e migratoria degli Stati Uniti
La revoca della certificazione SEVP ad Harvard da parte dell’amministrazione Trump segna una svolta di portata storica per il rapporto tra Governo e sistema universitario americano. Qualunque sia l’esito del ricorso legale preannunciato da Harvard, nulla sarà più come prima: le università americane sono ora chiamate a ripensare il proprio ruolo in una società sempre più globalizzata, polarizzata e segnata da conflitti non più solo interni, ma di portata globale.
L’impatto immediato sugli studenti, l’erosione della reputazione internazionale e la crisi di fiducia tra governo federale e sistema accademico delineano uno scenario inedito, nel quale il futuro della "università come motore di dialogo, ricerca e integrazione internazionale" è più incerto che mai.
Harvard, icona mondiale della conoscenza, si trova oggi a rappresentare tutte le università USA sotto la pressione di politiche migratorie sempre più stringenti. Mentre il mondo osserva con preoccupazione, ci si domanda: assisteremo a una restaurazione della collaborazione globale, o all’inizio di una lunga era di isolamento e chiusura?