Sicurezza sul lavoro: Il ruolo strategico dell’INAIL e l’urgenza di 5000 nuovi tecnici secondo le proposte Cifa-Confsal
Indice
* Introduzione * Il contesto della sicurezza sul lavoro in Italia * Le criticità della normativa vigente e i dati sugli infortuni * Il ruolo dell’INAIL: perché il coordinamento è cruciale * Le proposte di Cifa e Confsal: una svolta necessaria * La formazione di qualità per i tecnici della sicurezza * Il fabbisogno di 5000 nuovi tecnici: numeri, profili e competenze richieste * Le sfide operative: dalle assunzioni ai controlli * Formazione professionale, certificazioni e aggiornamento continuo * Ruolo e responsabilità degli enti pubblici e privati nella formazione * Migliorare i controlli: strategie e strumenti innovativi * Le nuove sfide della sicurezza: tecnologie, smart working e rischi emergenti * Implicazioni per datori di lavoro e lavoratori * Il valore aggiunto di una formazione d’eccellenza * Sintesi e prospettive future
Introduzione
In materia di sicurezza sul lavoro, l’Italia si trova oggi di fronte a una doppia sfida: rafforzare i controlli e migliorare la formazione di qualità degli operatori, in un contesto in cui la prevenzione resta la chiave per ridurre infortuni e malattie professionali. Le recenti proposte di Cifa e Confsal sottolineano la necessità di un coordinamento centralizzato affidato all’INAIL e l’urgenza di inserire ben 5000 nuovi tecnici della sicurezza. Questo articolo approfondisce i dettagli di queste proposte, le motivazioni e le implicazioni concrete per il sistema produttivo nazionale.
Il contesto della sicurezza sul lavoro in Italia
Negli ultimi anni, il termine sicurezza sul lavoro è tornato costantemente al centro del dibattito pubblico e politico. La cronaca riporta ancora troppo spesso gravi infortuni, talvolta mortali, che segnalano la distanza tra la normativa – articolata e aggiornata – e la concreta attuazione nelle imprese di grandi e piccole dimensioni. Nel contesto europeo, l’Italia si colloca tra i paesi più attenti, almeno dal punto di vista legislativo, ma la realtà vissuta nei luoghi di lavoro evidenzia criticità che rendono urgenti nuove iniziative.
Le criticità della normativa vigente e i dati sugli infortuni
Dal Testo Unico sulla Sicurezza (Dlgs 81/2008) alle integrazioni più recenti, le norme italiane delineano un complesso sistema di prevenzione. Ciò nonostante, secondo gli ultimi dati INAIL, nel 2024 sono state oltre 550.000 le denunce di infortunio e circa 1.000 gli incidenti mortali. Carenza di personale specializzato, controlli non sempre tempestivi, formazione inadeguata o non aggiornata sono tra i fattori che compromettono l’efficacia delle misure previste.
Il ruolo dell’INAIL: perché il coordinamento è cruciale
Una delle proposte chiave di Cifa e Confsal riguarda la necessità di attribuire all’INAIL un ruolo centrale di coordinamento nella sicurezza sul lavoro. Attualmente, le responsabilità risultano spesso frammentate tra Enti diversi: Regioni, ASL, Ispettorati. Un coordinamento affidato all’INAIL – già riconosciuto come punto di riferimento nazionale per la prevenzione e la gestione assicurativa degli infortuni – potrebbe semplificare le procedure, incrementare l’efficacia dei controlli e assicurare una formazione uniforme su tutto il territorio.
L’INAIL disporrebbe così di uno strumento operativo unico, capace di:
* armonizzare le attività ispettive; * promuovere standard omogenei di controllo; * fornire dati aggiornati ed elaborazioni precise; * coordinare interventi mirati in caso di emergenza.
Le proposte di Cifa e Confsal: una svolta necessaria
_“Servono 5000 nuovi tecnici per i controlli sulla sicurezza”_, è la principale proposta avanzata ieri da Cifa e Confsal, che chiedono anche un ruolo rafforzato dell’INAIL nel sistema di coordinamento nazionale della sicurezza. Le due realtà sindacali e datoriali sottolineano come la formazione dei tecnici sia non solo una risorsa, ma una vera urgenza. Nell'attuale scenario produttivo, infatti, il rapporto tra numero di tecnici abilitati e aziende da monitorare è nettamente insufficiente.
Gli obiettivi delle proposte sono chiari:
* potenziare il numero dei controlli, sia programmati che a sorpresa; * garantire una formazione di qualità costante e aggiornata; * rafforzare la prevenzione attraverso l’innovazione tecnologica e processi certificati; * coinvolgere datori di lavoro e lavoratori in un percorso condiviso di crescita culturale.
La formazione di qualità per i tecnici della sicurezza
La seconda direttrice della proposta Cifa-Confsal è la _formazione qualità lavoro_. L’attività del tecnico della sicurezza è infatti di natura interdisciplinare: occorre conoscere la normativa, saper valutare rischi specifici, interpretare dati, adottare strumenti e tecnologie di misurazione. La mera conoscenza teorica delle norme non è sufficiente: al tecnico spetta una funzione di consulente e formatore, capace di dialogare con imprenditori, lavoratori e organizzazioni complesse.
Una formazione di qualità comprende:
* studio strutturato delle principali norme (Dlgs 81/08, s.m.i., direttive europee); * esercitazioni su casi reali e simulazioni di situazioni d’emergenza; * aggiornamento continuo su tecnologie e metodologie innovative; * sviluppo di soft skills relazionali, fondamentali per lavorare in team e comunicare efficacemente.
Il fabbisogno di 5000 nuovi tecnici: numeri, profili e competenze richieste
Con oltre 4 milioni di imprese operanti sul territorio nazionale, le forze attualmente destinate ai controlli sicurezza lavoro risultano insufficienti. Ma chi sono i nuovi tecnici richiesti?
I numeri
* 5000 nuove assunzioni, distribuite tra Nord, Centro e Sud per una copertura capillare; * profili con laurea o diploma tecnico-scientifico; * almeno 1.500 figure con esperienza in settori ad alto rischio (edilizia, industria, logistica).
Le competenze richieste
* Conoscenze normative su sicurezza sul lavoro e ambiente; * capacità di analisi dei rischi e stesura di DVR (Documento di Valutazione Rischi); * padronanza nell’uso di dispositivi di controllo e rilevazione; * certificazioni di settore e partecipazione a corsi di aggiornamento riconosciuti dallo Stato; * conoscenze in campo informatico, per la gestione delle banche dati e dei sistemi di segnalazione.
Le sfide operative: dalle assunzioni ai controlli
Per portare a termine il piano di assunzione di nuovi tecnici della sicurezza, sarà necessaria la collaborazione di più soggetti:
* INAIL come ente coordinatore; * Ministero del Lavoro per la supervisione delle procedure; * Regioni e Province per la distribuzione territoriale delle assunzioni; * enti di formazione accreditati per garantire la qualità dei percorsi.
Sarà, inoltre, opportuno rivedere il sistema di selezione e abilitazione, prevedendo tirocini formativi, esami di stato e abilitazioni periodiche, evitando così rischi di improvvisazione e garantendo una formazione professionale lavoro continua e qualificata.
Formazione professionale, certificazioni e aggiornamento continuo
L’aggiornamento continuo rappresenta il cardine per mantenere alta la qualità e la competenza dei tecnici della sicurezza. Nuove tecnologie, mutamenti normativi e la crescente complessità organizzativa delle aziende impongono percorsi formativi strutturati con:
* moduli specifici su rischi emergenti (smart working, digitalizzazione, robotica); * laboratori pratici e simulazioni; * partecipazione obbligatoria a corsi di aggiornamento e workshop.
Le certificazioni riconosciute diventano così un valore aggiunto per i tecnici e gli enti di formazione, garantendo standard elevati e la spendibilità delle competenze anche a livello europeo.
Ruolo e responsabilità degli enti pubblici e privati nella formazione
L’efficacia della formazione tecnici sicurezza dipende non soltanto dai contenuti, ma anche dalla sinergia tra pubblico e privato. Gli enti pubblici devono assicurare risorse, coordinamento e controlli. Gli enti privati, aziende e associazioni professionali, possono invece facilitare l’ingresso dei nuovi tecnici nel mondo del lavoro, attraverso stage, progetti pilota e collaborazione nella definizione dei fabbisogni professionali reali.
In questa ottica, la relazione tra INAIL, Ministero, Regioni e sistema produttivo rappresenta una priorità nell’ambito della _formazione di qualità lavoro_.
Migliorare i controlli: strategie e strumenti innovativi
Incrementare i controlli sulla sicurezza richiede anche una modernizzazione degli strumenti:
* impiego di piattaforme digitali condivise per il monitoraggio continuo; * utilizzo di droni e sensori IoT per la sorveglianza nei cantieri e nei siti ad alto rischio; * analisi predittive con l’uso dell’intelligenza artificiale sui dati forniti da INAIL e altre banche dati istituzionali.
Questi strumenti possono aiutare non solo a prevenire incidenti, ma anche a indirizzare rapidamente le risorse in caso di situazioni potenzialmente pericolose.
Le nuove sfide della sicurezza: tecnologie, smart working e rischi emergenti
La pandemia ha accelerato la diffusione dello smart working e introdotto nuovi rischi psicosociali legati all’isolamento, alla gestione degli orari e all’ergonomia posturale domestica. Anche in questi domini, il tecnico della sicurezza è chiamato ad aggiornare le proprie competenze, offrendo consulenza, strumenti e suggerimenti per la prevenzione a distanza.
L’avvento di processi industriali digitalizzati e l’aumento dell’automazione impongono una riflessione sulla sicurezza informatica e sui rischi legati all’interazione uomo-macchina. A questi fenomeni, la formazione qualità lavoro deve rispondere con prontezza e flessibilità.
Implicazioni per datori di lavoro e lavoratori
Il potenziamento delle ispezioni sulla sicurezza lavoro avrà inevitabili ricadute su tutto il tessuto produttivo. I datori di lavoro sono chiamati a:
* investire nella formazione interna dei dipendenti; * pianificare audit periodici e simulazioni di emergenza; * collaborare con tecnici e enti certificatori.
I lavoratori, invece, saranno coinvolti più attivamente nella rilevazione dei rischi e potranno usufruire di nuovi strumenti informativi e formativi, requisito fondamentale per consolidare una reale cultura della prevenzione.
Il valore aggiunto di una formazione d’eccellenza
Investire in una formazione professionale lavoro di alto livello produce benefici tangibili nel tempo:
* riduzione degli infortuni e delle malattie professionali; * minori costi assicurativi e indennitari; * maggiore reputazione aziendale; * clima lavorativo più positivo e partecipativo.
Una formazione aggiornata e di qualità diventa così il vero strumento competitivo per imprese e lavoratori, in grado di sostenere la competitività sui mercati internazionali e rispondere alle crescenti esigenze di responsabilità sociale.
Sintesi e prospettive future
Le proposte Cifa-Confsal – coordinamento INAIL e fabbisogno di 5000 nuovi tecnici della sicurezza – rappresentano una svolta importante per affrontare le sfide della sicurezza sul lavoro in Italia. Un investimento nella formazione tecnici sicurezza, nel rafforzamento dei controlli e nel coinvolgimento attivo di tutti gli attori del sistema permetterà di tutelare la salute dei lavoratori e promuovere uno sviluppo sostenibile e responsabile. Resta ora fondamentale che queste istanze trovino rapida attuazione normativa e finanziaria, per assicurare all’Italia un modello di sicurezza efficace, moderno e all’avanguardia a livello europeo.