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Pensioni, scenari futuri: in Italia l’età pensionabile verso i 70 anni secondo l’OCSE

Crisi del sistema pensionistico, impatto sulle nuove generazioni e disparità di genere: analisi del rapporto OCSE 2025 e delle prospettive per l’Italia

Pensioni, scenari futuri: in Italia l’età pensionabile verso i 70 anni secondo l’OCSE

Indice

1. Introduzione: un sistema sotto pressione 2. Le previsioni OCSE: età pensionabile oltre i 70 anni 3. Demografia e crisi del sistema pensionistico al 2050 4. L’impatto sui giovani: pensioni più leggere 5. Il tasso di sostituzione previdenziale: cosa cambia per i lavoratori 6. La questione di genere: la differenza tra le pensioni di donne e uomini 7. Le nuove regole per la pensione in Italia 8. Scenari internazionali: confronto con altri Paesi OCSE 9. Soluzioni possibili e criticità del futuro 10. Sintesi e prospettive

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1. Introduzione: un sistema sotto pressione

Il tema dell’aumento dell’età pensionabile in Italia e nel resto dei Paesi avanzati è divenuto centrale nel dibattito pubblico. Il nuovo rapporto Pensions at a Glance 2025 pubblicato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) mette nero su bianco un futuro segnato da grandi sfide per i sistemi pensionistici. L’aumento della longevità, il calo delle nascite e l’invecchiamento progressivo della popolazione sono fattori destinati a rivoluzionare il modo con cui intendiamo e viviamo la pensione.

Secondo l’OCSE, entro pochi decenni la pressione finanziaria e sociale sul sistema pensionistico italiano sarà senza precedenti. Questo impone una riflessione profonda su come tutelare le nuove generazioni e su quali strategie adottare affinché la pensione resti un diritto sostenibile per tutti.

2. Le previsioni OCSE: età pensionabile oltre i 70 anni

Tra i dati più rilevanti del rapporto OCSE, spicca la previsione che in Italia e in altri Paesi sviluppati, l’età pensionabile potrebbe superare i 70 anni entro i prossimi decenni. Il fenomeno riguarda in particolare chi oggi è giovane e si affaccia al mondo del lavoro.

Ad oggi, in Italia, l’età pensionabile ordinaria, collegata alle aspettative di vita, è già tra le più elevate in Europa. Tuttavia, l’OCSE mette in guardia: senza riforme strutturali, il graduale innalzamento dell’età di accesso alla pensione sarà inevitabile.

Questa prospettiva pone interrogativi profondi sulle condizioni di vita e sulle aspettative delle future generazioni. La pensione a 70 anni in Italia non è più un’ipotesi remota, ma uno scenario concreto che deve essere affrontato con pragmatismo e trasparenza.

3. Demografia e crisi del sistema pensionistico al 2050

A supportare le previsioni dell’OCSE vi è un drammatico cambiamento nei rapporti demografici: _entro il 2050, si prevede che ci saranno 52 persone con più di 65 anni ogni 100 in età lavorativa (20-64 anni)_.

L’ennesimo dato significativo riguarda il fatto che la fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni, quella che tradizionalmente sostiene il sistema previdenziale, crollerà di oltre il 30% nei prossimi 40 anni in numerosi Paesi, Italia inclusa. Questo squilibrio fra lavoratori attivi e pensionati, noto come rapporto di dipendenza demografica, è il motore che spinge verso la necessità di ripensare i sistemi pensionistici.

Quando meno giovani lavorano e più persone sono in pensione, il rischio che le pensioni diventino sempre più leggere o difficili da garantire si fa reale. La cosiddetta crisi del sistema pensionistico 2050 è, dunque, qualcosa che riguarda l’intera società, richiedendo risposte non solo normative ma anche culturali.

4. L’impatto sui giovani: pensioni più leggere

Il rapporto OCSE sul futuro delle pensioni è molto chiaro: le nuove generazioni avranno pensioni sensibilmente più basse rispetto a quelle attuali. Il motivo principale è strutturale: una volta entrati nel mercato del lavoro, i giovani dovranno affrontare carriere spesso discontinue, lavori sempre più flessibili e, come risultato, una base contributiva inferiore.

Secondo le proiezioni, il cosiddetto tasso di sostituzione netto delle pensioni per chi oggi inizia a lavorare si aggirerà intorno al 63% del salario netto medio. In altre parole, coloro che andranno in pensione nei prossimi decenni potranno aspettarsi meno di due terzi del proprio ultimo stipendio come assegno previdenziale.

Questa prospettiva rischia di avere effetti devastanti non solo sui singoli lavoratori, ma sull'intera coesione sociale. Il futuro delle pensioni giovani richiede dunque un’attenzione prioritaria da parte delle istituzioni, del mondo del lavoro e dei cittadini stessi.

5. Il tasso di sostituzione previdenziale: cosa cambia per i lavoratori

Tra gli indicatori fondamentali della tenuta del sistema pensionistico vi è il tasso di sostituzione, ossia il rapporto tra l’assegno pensionistico e l’ultimo stipendio percepito. Un tasso di sostituzione elevato indica una pensione adeguata, mentre un tasso basso comporta rischi di povertà nella terza età.

L’OCSE prevede che in Italia il tasso di sostituzione netto per i nuovi lavoratori sarà del 63%. Questo dato rappresenta una delle principali criticità del sistema pensionistico italiano, inserendosi in un contesto europeo caratterizzato da forti disparità. In molti Paesi avanzati, il tasso è in progressivo calo, segno che il peso dei cambiamenti demografici si sta facendo sentire ovunque.

Anche per il mercato del lavoro, queste previsioni rappresentano una sfida: sarà necessario incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare, oltre a garantire maggiore equità e stabilità nelle carriere lavorative.

6. La questione di genere: la differenza tra le pensioni di donne e uomini

Un altro tema affrontato dal rapporto OCSE riguarda la differenza tra le pensioni delle donne e quelle degli uomini. Oggi, le donne percepiscono in media pensioni inferiori del 23% rispetto ai colleghi maschi. Questa disparità riflette sia carriere lavorative mediamente più brevi sia la presenza di salari più bassi e periodi di interruzione dovuti spesso a impegni familiari.

Il dato italiano si inserisce in una tendenza osservata in numerosi Paesi OCSE, dove il gender pension gap resta una delle principali sfide sociali. Per ridurre questa frattura, l’OCSE suggerisce di intervenire sulle politiche di conciliazione famiglia-lavoro, sull’uguaglianza salariale e sul riconoscimento dei periodi di cura ai fini pensionistici.

Il futuro vedrà, inoltre, donne sempre più attive nel mercato del lavoro, ma solo politiche di lungo periodo potranno correggere una disuguaglianza che ha origini profonde.

7. Le nuove regole per la pensione in Italia

Alla luce delle previsioni OCSE, il dibattito sulle nuove regole pensioni Italia è destinato a intensificarsi. Negli ultimi anni, il nostro Paese ha già adottato misure per legare l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Tuttavia, si tratta per lo più di misure reattive, che rischiano di non essere sufficienti per affrontare i cambiamenti in atto.

I possibili interventi potrebbero comprendere:

* Un ulteriore aumento graduale dell’età pensionabile (fino a 70 anni e oltre); * Incentivi per l’adesione a fondi pensione complementari; * Agevolazioni fiscali per chi protrae l’attività lavorativa; * Politiche di sostegno alla natalità e all’occupazione giovanile.

Il futuro della riforma pensionistica dovrà tenere conto della sostenibilità finanziaria e della necessità di proteggere i soggetti più deboli, evitando così di esacerbare le disuguaglianze sociali.

8. Scenari internazionali: confronto con altri Paesi OCSE

Non solo l’Italia si trova di fronte al dilemma dell’allungamento dell’età pensionabile. Molti Paesi OCSE stanno studiando o implementando strategie simili, con differenze rilevanti.

Ad esempio:

* In Germania ed Austria l’età pensionabile è destinata a salire gradualmente a 67 e oltre. * Nel Regno Unito il governo sta valutando l’ipotesi di portarla a 68 anni nei prossimi dieci anni. * In Francia, dopo un acceso dibattito sociale, l’età pensionabile è stata innalzata a 64 anni.

Parallelamente, i Paesi nordici puntano molto sulla previdenza complementare, riducendo così la pressione sul primo pilastro pubblico.

Il confronto internazionale suggerisce che non esiste un modello unico ed efficace per tutti, ma la necessità di adottare sistemi misti e misure adattive. Il caso italiano resta comunque peculiare, a causa dell’intensità della crisi demografica e della struttura del mercato del lavoro.

9. Soluzioni possibili e criticità del futuro

A fronte di un contesto così complesso, quali sono le soluzioni possibili? L’OCSE, nel suo rapporto, indica alcune priorità per l’azione politica:

* Rafforzare i sistemi di previdenza integrativa; * Promuovere l’inclusione lavorativa delle fasce deboli e delle donne; * Sostenere l’aggiornamento e la formazione professionale lungo tutta la vita lavorativa; * Integrare le politiche di welfare in un’ottica di sostenibilità sociale.

Parallelamente, occorre affrontare alcune criticità:

* La difficoltà di garantire pensioni dignitose in un mercato del lavoro frammentato; * L’aumento dell’incertezza economica e delle disuguaglianze; * La resistenza sociale a riforme impopolari.

La crisi del sistema pensionistico 2050 non è solo una questione contabile, ma il vero banco di prova per la coesione sociale del nostro Paese.

10. Sintesi e prospettive

Il rapporto OCSE “Pensions at a Glance 2025” proietta l’Italia e molti Paesi ad essa simili verso un futuro di pensione a 70 anni ed assegno previdenziale più leggero per le nuove generazioni. L’aumento dell’età pensionabile Italia, il tasso di sostituzione pensioni Italia in calo, la differenza pensioni donne uomini, e la crisi demografica sono temi che impongono una risposta urgente e organica.

Se da un lato appare necessario adattare le regole del sistema pensionistico alle nuove sfide sociali ed economiche, dall’altro occorre puntare su politiche capaci di prevenire la povertà tra gli anziani, sostenere i giovani e abbattere le disparità di genere.

Il futuro delle pensioni giovani sarà determinato oggi dalle scelte di governi, imprese e cittadini: solo un’azione coordinata potrà garantire che il diritto alla pensione non smetta di essere la conquista di una società solidale, ma il pilastro di un sistema equo, sostenibile e al passo coi tempi.

La questione pensionistica dunque, non riguarda soltanto chi è prossimo all’uscita dal lavoro ma coinvolge l’intera società, chiamata a un intenso lavoro di riforma, coesione e responsabilità. Le informazioni, le proiezioni e le raccomandazioni contenute nel rapporto OCSE pensioni 2025 rappresentano una preziosa guida per orientare il Paese nei decenni a venire.

Pubblicato il: 27 novembre 2025 alle ore 15:18