Business, Ricerca e Innovazione: il Ruolo Chiave dell’Impresa tra Italia e Stati Uniti – Un Resoconto dall’Evento al Centro Studi Americani di Roma
Nel cuore della Capitale, all’interno della suggestiva cornice del Centro Studi Americani, si è recentemente svolto l’evento intitolato “Fare impresa e ricerca negli Stati Uniti”. Un appuntamento cruciale inserito nella IV edizione del Festival della Cultura Americana, che anche nel 2025 si conferma come uno dei principali punti di incontro tra mondi diversi, ma sempre più interconnessi: quello del business, della ricerca scientifica e della cultura tra Italia e USA.
Numerosi gli ospiti di rilievo internazionale, chiamati ad esprimersi sulle nuove sfide della duplice anima “impresa-ricerca”, moderati dal giornalista Gianni Todini. La giornata ha visto interventi ispirati di personalità come Davide Allegra, Clara Andreoletti, Erica Di Giovancarlo, Paolo Gaudenzi, Matteo Lai, Giorgio Resta e Alessandro Vespignani.
Indice
Il contesto dell’evento: tra cultura americana e innovazione a Roma
L’incontro tra business e ricerca negli Stati Uniti
Il ruolo dei moderatori e dei relatori: chi sono gli ospiti del panel
Scienza, tecnologia e business: le relazioni indissolubili secondo Paolo Gaudenzi
Ponte tra Scienza e Accademia: il valore del dialogo per Clara Andreoletti
Dall’Intelligenza Artificiale alla salute: la testimonianza Empatica di Matteo Lai
Ricerca condivisa e cultura della collaborazione: il messaggio di Erica Di Giovancarlo
L’ecosistema economico USA: il punto di vista dell’American Chamber of Commerce Italia
Formazione ed educazione americana: il confronto di Giorgio Resta
Fuga dei cervelli, opportunità e rischi: lo scenario tratteggiato da Alessandro Vespignani
Opportunità per le imprese italiane negli Stati Uniti: riflessioni pratiche
Modelli di innovazione transatlantica e cooperazione futura
Sintesi e prospettive finali
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Il contesto dell’evento: tra cultura americana e innovazione a Roma
Il Centro Studi Americani di Roma si conferma un catalizzatore nel tessuto culturale italiano, soprattutto in un periodo storico in cui la contaminazione tra il mondo del business e quello della ricerca scientifica è terreno fertile di innovazione. La scelta di ospitare un panel come “Fare impresa e ricerca negli Stati Uniti” si inserisce perfettamente nello spirito del Festival della Cultura Americana, la cui missione primaria è proprio quella di promuovere il dialogo tra le eccellenze dei due Paesi.
Roma, valorizzata dal suo ruolo storico e istituzionale, si è così trasformata per un giorno nella capitale dell’innovazione e della cooperazione transatlantica: un luogo dove accademia e impresa, scienza e tecnologia, tradizioni e nuove opportunità si sono incontrate e confrontate.
L’incontro tra business e ricerca negli Stati Uniti
La tematica dell’evento non è casuale, ma risponde a esigenze reali e attuali: fare impresa negli Stati Uniti per un italiano significa non solo accedere ad uno dei mercati più competitivi e vasti al mondo, ma anche entrare in contatto con un ecosistema aperto all’innovazione e alla sperimentazione continua.
Negli Stati Uniti, la sinergia tra ricerca scientifica ed imprenditoria è storicamente consolidata, supportata da meccanismi di finanziamento privato e pubblico, la presenza di università come Stanford, Harvard o MIT, e una mentalità aperta al rischio e al cambiamento. Questi elementi sono stati ripresi e approfonditi più volte durante il dibattito capitolino.
Il ruolo dei moderatori e dei relatori: chi sono gli ospiti del panel
L’evento è stato abilitato da una conduzione equilibrata ed esperta di Gianni Todini, firma di rilievo nel giornalismo di attualità e innovazione. Il panel ha visto la partecipazione di:
* Davide Allegra: Rappresentante della *American Chamber of Commerce Italia*, realtà attiva nella promozione di rapporti economici e istituzionali tra Italia e Stati Uniti. * Clara Andreoletti: Ricercatrice impegnata nei processi di internazionalizzazione accademica. * Erica Di Giovancarlo: Voce significativa per i temi della collaborazione scientifica. * Paolo Gaudenzi: Esperto di tecnologie spaziali e professore universitario. * Matteo Lai: CEO di Empatica, start-up leader nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale al settore medicale. * Giorgio Resta: Studioso del diritto comparato, con focus sul sistema educativo americano. * Alessandro Vespignani: Epidemiologo e accademico di fama internazionale, coinvolto nelle dinamiche legate alla cosiddetta “fuga dei cervelli”.
La pluralità di approcci e la diversità dei punti di vista hanno garantito un’esplorazione completa delle tematiche relative a innovazione, business e ricerca scientifica negli Stati Uniti.
Scienza, tecnologia e business: le relazioni indissolubili secondo Paolo Gaudenzi
L’intervento di Paolo Gaudenzi ha dato inizio ai lavori, ribadendo come i confini tra scienza, tecnologia e business siano oggi più che mai sfumati. Gaudenzi sostiene infatti che non esiste progresso tecnologico senza una solida base scientifica, e che nessuna scoperta può trasformarsi in reale innovazione se non accompagnata da modelli sostenibili di business e investimento.
Interessante la sua riflessione sul modello statunitense, che prevede una stretta cooperazione tra università, enti di ricerca, corporate e start-up in grado di accelerare l’adozione di nuove tecnologie.
In questo quadro, le collaborazioni internazionali divengono non solo un’opportunità, ma una necessità per chiunque intenda operare ai vertici della competizione globale.
Ponte tra Scienza e Accademia: il valore del dialogo per Clara Andreoletti
Clara Andreoletti ha concentrato il suo intervento sull’importanza cruciale del dialogo tra scienziati e professori. Il valore aggiunto della ricerca, sostiene Andreoletti, si sviluppa infatti laddove i diversi attori del mondo accademico possano fruire di un confronto continuo su strategie, risultati e visioni future.
Questa prospettiva si iscrive perfettamente nella vocazione del festival cultura americana Roma a promuovere l’internazionalizzazione e la collaborazione, seguendo modelli ben consolidati negli Stati Uniti.
Dall’Intelligenza Artificiale alla salute: la testimonianza Empatica di Matteo Lai
Uno dei momenti più attesi dell’evento è stato l’intervento di Matteo Lai, fondatore e CEO di Empatica, start-up pioniera nello sviluppo di strumenti innovativi per il monitoraggio intelligente dei dati biometrici.
Lai ha illustrato come il successo della sua azienda, ormai punto di riferimento a livello internazionale, sia stato reso possibile dall’adozione della filosofia “fail fast, learn fast” tipica delle start-up statunitensi. Secondo Lai, è fondamentale generare valore tramite la sperimentazione rapida, con un approccio scientifico guidato dai dati e supportato da partnership con università e centri di ricerca americani.
La testimonianza di Empatica dimostra concretamente come sia possibile innovare anche da una prospettiva italo-americana, soprattutto nei settori della salute, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie biomedicali.
Ricerca condivisa e cultura della collaborazione: il messaggio di Erica Di Giovancarlo
Erica Di Giovancarlo ha puntato i riflettori sull’importanza della condivisione della conoscenza tra ricercatori, aziende e istituzioni. Di Giovancarlo ha espresso il suo convincimento che solo attraverso una cultura della collaborazione sia possibile affrontare efficacemente le sfide della modernità, dalla sanità ai cambiamenti climatici, fino all’ampliamento delle opportunità nei mercati globali.
Riportando esperienze pratiche e dati sulle reti di ricerca internazionale, la relatrice ha sollecitato una maggior consapevolezza da parte degli attori italiani circa il ruolo chiave della condivisione di dati e risultati secondo i criteri di trasparenza e open science, modelli già fortemente valorizzati negli Stati Uniti.
L’ecosistema economico USA: il punto di vista dell’American Chamber of Commerce Italia
Davide Allegra, in rappresentanza della American Chamber of Commerce Italia, ha fornito una fotografia aggiornata degli strumenti e delle possibilità che il sistema americano offre alle imprese italiane intenzionate ad espandere la loro presenza negli Stati Uniti.
Allegra ha evidenziato quanto sia articolato l’ecosistema americano dell’innovazione: accesso agevolato a finanziamenti, servizi di incubazione, mentoring e network di professionisti. Tutto questo, secondo Allegra, si traduce in un “terreno di gioco” estremamente attrattivo per chi vuole fare impresa negli Stati Uniti.
È stato inoltre sottolineato come la American Chamber of Commerce svolga un ruolo strategico nella creazione di ponti inter-istituzionali e nello sviluppo di alleanze commerciali transatlantiche.
Formazione ed educazione americana: il confronto di Giorgio Resta
Affiancando i temi più prettamente economici, Giorgio Resta ha illustrato le caratteristiche del sistema educativo americano, ponendo in rilievo le differenze e le analogie con quello italiano.
Resta ha definito il modello statunitense come improntato a flessibilità, multidisciplinarità e autonomia della didattica. Gli studenti americani sono spronati a stabilire percorsi “customizzati”, con ampio spazio a laboratori, esperienze pratiche e stage nelle aziende partner degli atenei. Questo, a suo parere, rappresenta un volano importante per la creazione di innovazione e lo sviluppo di una cultura imprenditoriale anche in ambito accademico.
Il confronto con l’Italia ha permesso di riflettere sull’urgenza di riforme che avvicinino il sistema didattico italiano ai trend globali, favorendo la circolarità dei saperi e l’internazionalizzazione delle carriere accademiche.
Fuga dei cervelli, opportunità e rischi: lo scenario tratteggiato da Alessandro Vespignani
Tra i temi più sentiti, quello della fuga dei cervelli è stato affrontato da Alessandro Vespignani, docente universitario a Boston e membro di importanti organismi di ricerca internazionali.
Vespignani ha spiegato come la mobilità dei ricercatori, se opportunamente gestita, possa rappresentare una risorsa inestimabile per entrambi i Paesi.
Tuttavia, il rischio rimane alto: la mancanza di condizioni attrattive in patria, sia in termini finanziari che di opportunità di crescita, comporta talvolta una perdita definitiva di competenze ed eccellenze.
Opportunità per le imprese italiane negli Stati Uniti: riflessioni pratiche
Durante i lavori, sono state fornite numerose indicazioni concrete per gli imprenditori italiani che intendono affrontare il mercato statunitense:
1. Investire in networking e partnership locali, anche attraverso la partecipazione ad azioni di sistema come quelle proposte dal Centro Studi Americani Roma eventi. 2. Utilizzare piattaforme di collaborazione scientifica e business innovation hub. 3. Sfruttare il supporto offerto da organismi come la American Chamber of Commerce Italia per la risoluzione di questioni burocratiche, finanziarie e legali. 4. Preparare business plan chiari e orientati all’internazionalizzazione. 5. Valutare modelli ibridi di impresa – accademia, sul modello americano, per accelerare i tempi di sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
Modelli di innovazione transatlantica e cooperazione futura
Il panel ha evidenziato come l’alleanza tra Italia e Stati Uniti possa rappresentare una straordinaria piattaforma per la sperimentazione di modelli innovativi in vari ambiti:
* Sanità digitale * Biotecnologie * Intelligenza artificiale applicata * Nuovi modelli di start-up ed incubazione tecnologica
Queste opportunità dovrebbero essere colte tanto dalle imprese quanto dagli enti pubblici e universitari, promuovendo bandi, programmi comuni e scambi di lunga durata.
Sintesi e prospettive finali
In sintesi, l’evento “Fare impresa e ricerca negli Stati Uniti” al Centro Studi Americani ha rappresentato molto più di una semplice occasione di networking. Ha fornito una panoramica aggiornata sui principali temi di frontiera – dalla formazione al brain drain, dalla collaborazione scientifica alle innovazioni d’impresa – diventando un benchmark per chiunque desideri comprendere davvero le logiche attuali della ricerca scientifica e dell’innovazione tra Italia e Stati Uniti.
Il confronto ha messo in luce come cultura, impresa, scienza e tecnologia possano e debbano lavorare in sinergia, contribuendo a rafforzare il tessuto produttivo e la competitività dell’Italia nel contesto internazionale. In definitiva, solo attraverso la collaborazione, la condivisione delle conoscenze e l’apertura a nuove opportunità anche oltreconfine sarà possibile rilanciare l’eccellenza italiana nel panorama globale del business e della ricerca.