Boom Data Scientist: Sud Italia Guida la Domanda
Indice dei paragrafi
1. Introduzione: la rivoluzione silenziosa del Sud Italia 2. Cambiamento Geografico: la spinta di Calabria e Puglia 3. Analisi dei dati: numeri e risultati chiave dell’AI e Data Skill Report 2025 4. Le competenze richieste nel mercato della data science 5. Tecnologie core: Python e PyTorch nel panorama italiano 6. Stipendi, aspettative e opportunità per i data scientist 7. L’ecosistema formativo: scuole, università e corsi nel Sud 8. Confronto con il Nord: nuovi equilibri per la crescita tecnologica 9. Prospettive future: cosa aspettarsi nei prossimi anni 10. Sintesi e riflessione finale
Introduzione: la rivoluzione silenziosa del Sud Italia
L’Italia attraversa una fase di profonda trasformazione nel mercato del lavoro tecnologico, in particolare nell’ambito dei data scientist e della data science. Negli ultimi anni, infatti, il Mezzogiorno sta conoscendo uno sviluppo inatteso grazie all’aumento vertiginoso della domanda di professionisti specializzati in analisi dei dati. Una tendenza, questa, confermata dagli ultimi numeri diffusi dall’AI e Data Skill Report 2025, che evidenziano come la Calabria e la Puglia abbiano superato regioni storicamente forti come la Lombardia nella ricerca di queste competenze. Ma cosa si cela dietro questo cambio di paradigma geografico? E quali opportunità offre per il futuro del lavoro e dell’innovazione in Italia? Approfondiamo numeri e scenari con dati, interviste e prospettive per interpretare questo fenomeno.
Cambiamento Geografico: la spinta di Calabria e Puglia
Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile pensare che regioni del Sud come la Calabria e la Puglia potessero contendersi il primato nazionale nella domanda di data scientist. Oggi, invece, i numeri sono chiari: secondo il report 'AI e data skill 2025', il 27,2% delle offerte di lavoro calabresi richiedono competenze in data science, seguite dal 21,2% in Puglia. Per la prima volta, questi territori superano la Lombardia, attestandosi ben oltre la media nazionale del 14,3%. Il Sud diventa così protagonista di una rivoluzione silenziosa, grazie anche a una crescente presenza di startup innovative e hub tecnologici, ma anche del lavoro remoto che abbatte le barriere geografiche classiche. Questo scenario è frutto sia di incentivi economici sia di una rinnovata attenzione alle skill digitali nelle politiche regionali di sviluppo.
Dati alla mano
* Calabria: 27,2% degli annunci di lavoro richiede data science * Puglia: 21,2% * Media italiana: 14,3%
Questi dati rappresentano non solo una crescita numerica ma anche un cambio culturale: il Sud investe nel digitale e nell’intelligenza artificiale con uno sguardo innovativo rispetto al recente passato.
Analisi dei dati: numeri e risultati chiave dell’AI e Data Skill Report 2025
Il report “AI e Data Skill 2025” si basa su un’analisi di oltre 18.000 annunci di lavoro pubblicati nei portali specializzati italiani, prendendo in considerazione titoli di lavoro, descrizioni delle competenze richieste e responsabilità specifiche. Dal documento emerge che la data science è centrale nel 14,3% di tutti gli annunci italiani. Tuttavia, il dato più interessante è la diffusione differenziata, che vede proprio il Sud Italia, e in particolare Calabria e Puglia, protagonisti assoluti. Nel dettaglio, la richiesta di Python compare nel 7,2% degli annunci, mentre la conoscenza di framework avanzati come PyTorch è ormai un elemento distintivo, con una retribuzione media di 50.896 euro annui.
I numeri principali:
* Oltre 18.000 annunci di lavoro in ambito tech analizzati * Competenze data science presenti nel 14,3% degli annunci * Python richiesto nel 7,2% delle offerte * PyTorch associato alle retribuzioni più alte: 50.896 euro annui in media
Questi indicatori raccontano di una richiesta crescente di professionalità specifiche, con una segmentazione geografica che cambia le regole del mercato tradizionale.
Le competenze richieste nel mercato della data science
Nel nuovo scenario del lavoro tech italiano, le competenze richieste a un data scientist non si limitano più alla semplice conoscenza di linguaggi di programmazione. Le aziende, oggi, cercano profili poliedrici con solide basi in matematica, statistica, machine learning e conoscenza di modelli e algoritmi predittivi. Tra le skill più richieste troviamo:
Competenze tecniche:
* Programmazione in Python e R * Gestione e manipolazione di database (SQL, NoSQL) * Utilizzo di framework di machine learning (PyTorch, TensorFlow) * Visualizzazione dei dati (PowerBI, Tableau) * Esperienza in cloud computing (AWS, Azure)
Competenze trasversali:
* Capacità di problem solving * Attitudine al lavoro in team interfunzionali * Comunicazione efficace (traduzione dei risultati dei dati per stakeholder non tecnici)
La ricerca di figure complete, capaci di comprendere sia la dimensione tecnica sia quella strategica del dato, rappresenta la sfida attuale per aziende grandi e piccole.
Tecnologie core: Python e PyTorch nel panorama italiano
Python è senza dubbio il linguaggio di riferimento per i data scientist italiani, richiesto nel 7,2% di tutti gli annunci analizzati. La sua popolarità deriva dalla sintassi semplice, dalla vasta disponibilità di librerie analitiche (Pandas, NumPy, Scikit-learn) e dalla facile integrazione con strumenti di machine learning e deep learning. In parallelo, PyTorch sta consolidando la propria presenza nei requisiti dei datori di lavoro, tanto che oggi può garantire una delle retribuzioni medie più interessanti: un data scientist esperto in PyTorch è pagato circa 50.896 euro lordi l’anno, superando molti altri profili tech tradizionali.
Vantaggi competitivi di Python e PyTorch
* Ricco ecosistema di strumenti open source * Facilità di apprendimento e rapidità nello sviluppo * Comunità globale di supporto * Perfetto per prototipazione rapida e progetti di ricerca avanzata
In Italia, la formazione e il lavoro su Python continua a crescere, sostenuta anche da numerosi corsi universitari e bootcamp ormai diffusi in tutto il territorio con una forte accelerazione nel Mezzogiorno.
Stipendi, aspettative e opportunità per i data scientist
Lo stipendio medio per un data scientist in Italia si aggira tra i 35.000 e i 55.000 euro annui, ma le cifre salgono sensibilmente per chi padroneggia strumenti avanzati come PyTorch e per chi lavora su progetti di intelligenza artificiale e innovazione predittiva. Nel Sud Italia, gli stipendi stanno progressivamente crescendo: questo ha un doppio valore, perché il costo della vita resta più basso rispetto alle grandi città del Nord, garantendo un migliore rapporto tra remunerazione e qualità della vita. L’emergere di nuovi poli innovativi ha inoltre generato un indotto virtuoso di imprese, centri di ricerca e startup che richiedono queste competenze.
Esempi di figure professionali emergenti e relative retribuzioni:
* Data Scientist Junior: 28.000 – 32.000 euro annui * Data Scientist Senior: 45.000 – 60.000 euro annui * Machine Learning Engineer: 50.000 – 75.000 euro annui * Data Analyst con Python: 35.000 – 50.000 euro annui
L’ecosistema formativo: scuole, università e corsi nel Sud
La crescita della domanda di competenze in data science nel Sud Italia è favorita anche da un importante sviluppo dell’offerta formativa. Atenei come l’Università della Calabria, l’Università del Salento e il Politecnico di Bari stanno investendo in corsi di laurea e master dedicati a intelligenza artificiale, analisi dei dati e programmazione avanzata. Anche le scuole superiori stanno avviando progetti pilota in collaborazione con aziende del settore, promuovendo da subito l’acquisizione di competenze digitali di base.
Oltre al sistema universitario, il proliferare di bootcamp, corsi professionalizzanti e piattaforme e-learning (come Coursera, EdX e Udemy) sta favorendo la creazione di una nuova generazione di professionisti. Questi percorsi formativi sono sempre più mirati alle esigenze reali delle imprese del territorio, grazie a stage, tirocini e progetti pratici.
Best practice e collaborazioni territoriali
* Partnership tra università e aziende tech * Stage obbligatori per l’inserimento nel mondo del lavoro * Eventi e hackathon regionali per la crescita delle competenze digitali
Confronto con il Nord: nuovi equilibri per la crescita tecnologica
Il sorpasso della Lombardia segnala un cambio di rotta storico rispetto al passato, quando Milano e il suo hinterland erano considerati i poli unici della tecnologia italiana. Oggi, il trend del lavoro tech nel Sud Italia chiede nuove strategie anche alle aziende del Nord, che spesso scelgono di aprire filiali meridionali o di avvalersi del lavoro a distanza. Il Sud beneficia di:
* Minori costi operativi per le imprese * Maggiore disponibilità di talenti locali * Infrastrutture digitali potenziate da piani nazionali e regionali
Questa situazione favorisce la crescita equilibrata dell’intero Paese e rilancia la competitività internazionale dell’Italia nel settore della data science.
Prospettive future: cosa aspettarsi nei prossimi anni
Secondo gli esperti, il futuro della domanda di data scientist nel Sud Italia è destinato a crescere ulteriormente. Le aziende sono sempre più consapevoli della necessità di valorizzare il patrimonio dei dati disponibile e di innovare i processi con soluzioni di intelligenza artificiale, predictive analytics e machine learning. La formazione specialistica, i canali di recruitment in forte espansione e l’attrattività di retribuzioni in linea con il mercato globale rendono il mercato del lavoro tech una delle leve strategiche per la ripresa del Sud.
A questo si aggiunge la spinta dei fondi europei, delle agevolazioni fiscali e delle politiche di rilancio industriale che vedono il Mezzogiorno al centro di investimenti infrastrutturali per la digitalizzazione.
Sintesi e riflessione finale
Il mercato del lavoro legato alla data science in Italia sta vivendo una ridefinizione senza precedenti. Il sorpasso di Calabria e Puglia rispetto alla Lombardia nella domanda di data scientist rappresenta più di un semplice dato statistico: è il simbolo di un’Italia che cambia pelle, capace di innovare e di valorizzare tutto il territorio nazionale. Investire nella formazione digitale, favorire collaborazioni tra pubblico e privato e sostenere startup e centri di ricerca sono le chiavi per consolidare questo trend e per trasformare il Sud nell’epicentro dell’innovazione tecnologica italiana. L’obiettivo? Offrire ai giovani opportunità concrete, alle aziende le competenze richieste e al sistema Paese una posizione di rilievo nei mercati globali high tech.