{/* Extracted from Header.astro - Use appropriate classes/styles if animations needed */}

Cinema e futuro europeo: Giuli al Consiglio UE rilancia l’idea di un Tax Credit continentale per sostenere l’industria culturale

Your browser doesn't support HTML5 audio

Audio version available

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli propone al Consiglio Europeo Cultura un nuovo modello di finanziamento e difesa del cinema europeo di fronte ai colossi digitali globali

Introduzione: Un’occasione cruciale per il cinema europeo

Il 13 maggio 2025, presso la sede di Bruxelles, si è svolta una sessione pubblica particolarmente rilevante per il futuro dell’industria culturale continentale. Protagonista della giornata è stato Alessandro Giuli, Ministro della Cultura italiano, che ha preso la parola al Consiglio UE Cultura, illustrando la sua visione per un nuovo modello europeo di finanziamento del cinema. In un contesto caratterizzato dalla crescente influenza dei colossi digitali mondiali e dalla necessità di proteggere la produzione audiovisiva locale, Giuli ha sottolineato l’importanza di pensare ad un Tax Credit europeo cinema, innovando sia gli strumenti di investimento sia le normative a livello comunitario. La posta in gioco è altissima: mantenere l’originalità e la forza del modello europeo cinema, favorendo al tempo stesso sviluppo, occupazione e pluralismo culturale.

Il contesto della sessione UE Cultura e il ruolo dell’Italia

Il Consiglio UE Cultura costituisce uno degli appuntamenti chiave per le politiche culturali del continente. In questa sede, i rappresentanti dei vari paesi membri discutono strategie su finanziamenti cinema Europa, normative per i servizi media e iniziative per tutelare le produzioni audiovisive. Quest’anno, il contesto è stato particolarmente sfidante: la transizione digitale e il continuo avanzare delle piattaforme globali mettono a dura prova la sostenibilità finanziaria e la visibilità dell’industria cinematografica europea. L’Italia, rappresentata da Giuli, ha ribadito la sua posizione storica di leadership sul tema, proponendo strumenti innovativi e richiamando l’attenzione sulla necessità di un’azione condivisa e concertata a livello UE.

Il modello europeo di finanziamento: tra presente e prospettive future

L’attuale modello europeo cinema si fonda su una combinazione di incentivi pubblici nazionali, contributi comunitari e regole specifiche per la distribuzione e la promozione di prodotti europei. Gli strumenti di finanziamento cinema Europa comprendono fondi diretti come il Programma MEDIA di Europa Creativa, coproduzioni e incentivi fiscali nazionali. Tuttavia, la dispersione normativa e l’eterogeneità delle misure adottate dai diversi Stati membri ne limitano l’efficacia su scala continentale. L’assenza di un grande strumento davvero comune, capace di valorizzare e proteggere tutta la filiera, rappresenta oggi uno dei nodi principali da sciogliere.

Nel suo intervento, Giuli ha espresso la necessità di "rafforzare il modello europeo di finanziamento per il cinema", insistendo su formule innovative che siano in grado di contrastare la concorrenza internazionale e stimolare investimenti. La proposta di un Tax Credit europeo – esaminato di seguito – si inserisce in questo solco, come risposta alle sfide pressanti del settore.

Il Tax Credit europeo: la proposta di Giuli

Il cuore dell’intervento di Alessandro Giuli Consiglio Europeo ha riguardato proprio la proposta di maturare e introdurre un Tax Credit europeo cinema. Si tratta di un’idea potenzialmente rivoluzionaria, che mira a superare i limiti dei sistemi nazionali, adottando una misura fiscale coordinata a livello UE. Giuli ha sottolineato che "pensare a un Tax Credit europeo" non significa solo agevolare le produzioni dal punto di vista finanziario, ma anche creare una vera e propria “rete di protezione” continentale.

Che cos’è un Tax Credit europeo per il cinema?

Un Tax Credit europeo cinema consisterebbe in uno sgravio fiscale omogeneo, accessibile a tutte le produzioni che rispondono a determinati requisiti di “europeità”: residenza in uno Stato membro, coinvolgimento di professionisti UE, rispetto di quote linguistiche e culturali. Questo meccanismo permetterebbe di:

* Attirare investimenti sul territorio europeo, anche dall’estero; * Sostenere la competitività delle imprese audiovisive europee; * Favorire la crescita occupazionale nel settore; * Promuovere coproduzioni internazionali tra Stati UE.

L’approccio proposto da Giuli prevede anche la creazione di un sistema di controllo e trasparenza rigoroso, per evitare abusi e garantire che i fondi pubblici incentivino davvero la qualità e la diversità culturale.

La sfida degli operatori digitali globali e la difesa dell’industria europea

Un altro punto cardine dell’intervento di Giuli ha riguardato la necessità di difendere il cinema europeo dai grandi operatori digitali. L’affermazione di colossi come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ ha profondamente cambiato gli equilibri di mercato. Portal digitali con risorse finanziarie imponenti e una presenza multinazionale sono oggi in grado di condizionare l’accesso, la distribuzione e la promozione dei contenuti, rischiando di marginalizzare le produzioni locali.

Giuli ha ribadito che una politica efficace per la difesa cinema europeo deve combinare incentivi economici a una regolamentazione aggiornata. In concreto, serve:

* Garantire una presenza significativa di opere europee sulle piattaforme digitali; * Investire nell’educazione al consumo dei prodotti audiovisivi locali; * Sostenere festival e circuiti indipendenti; * Rafforzare i sistemi di protezione dei diritti d’autore.

Le parole chiave come industria cinema e operatori digitali e direttiva servizi media audiovisivi sono tornate varie volte nei discorsi, a sottolineare la centralità di questo tema nell’azione politica europea.

La Direttiva sui servizi media audiovisivi: necessità di un aggiornamento

Giuli ha anche proposto di avviare una nuova fase di riflessione su un aggiornamento della Direttiva sui servizi media audiovisivi, strumento cruciale per regolare la distribuzione e la promozione dei prodotti audiovisivi nell’UE. Questa direttiva disciplina, infatti, quote di presenza di contenuti europei sulle piattaforme, limitazioni alla pubblicità e tutele per i minori. Tuttavia, molte delle sue regole sono ormai superate dalla rapidità del cambiamento tecnologico.

Il Ministro della Cultura italiano ha richiamato la necessità di "adeguare la direttiva ai nuovi scenari", promuovendo regole più stringenti per i grandi operatori digitali e meccanismi di sanzione realmente efficaci. Solo così sarà possibile assicurare la difesa cinema europeo e l’equilibrio tra libertà di mercato e tutela della pluralità culturale.

Politiche culturali e strumenti UE per il cinema: stato dell’arte e bisogni

Oltre agli strumenti economici, la sessione pubblica ha analizzato il ruolo delle politiche culturali Europa nella definizione di un modello di sviluppo per il settore. Gli esperti hanno sottolineato che senza una politica industriale e culturale comunitaria, la frammentazione nazionale tende ad accentuarsi, ostacolando la crescita delle imprese e dei talenti europei.

Attualmente, oltre ai fondi diretti UE, esistono strumenti come:

* Programmi MEDIA e Europa Creativa; * Fondi regionali per coproduzioni transfrontaliere; * Reti di distribuzione comune; * Iniziative di formazione e scambio tra le scuole di cinema.

Tuttavia, molti osservano che questi strumenti da soli non bastano. Occorrono investimenti strutturali e un approccio strategico, in cui il giuli tax credit cinema e una direttiva aggiornata rappresentino pilastri portanti.

Opinioni e reazioni del settore cinematografico

La proposta avanzata da Giuli ha suscitato ampio interesse tra i player del settore e le associazioni di categoria. La maggior parte degli interlocutori si è espressa favorevolmente rispetto all’idea di un tax credit europeo cinema, riconoscendo che i sistemi nazionali, pur nei loro pregi, non sono più sufficienti per affrontare la concorrenza mondiale.

Tra le principali richieste degli operatori emergono:

* Accelerare la definizione delle regole comuni; * Garantire risorse adeguate nel prossimo bilancio UE; * Salvaguardare la libertà creativa degli autori; * Rafforzare la cooperazione tra enti pubblici, privati e università.

Alcune preoccupazioni riguardano la necessità di non appiattire la diversità dei modelli nazionali e di evitare meccanismi burocratici troppo complessi, che potrebbero ostacolare le piccole produzioni indipendenti.

Confronto internazionale: Europa, Stati Uniti e Asia

Nel dibattito europeo, è emerso anche un interessante confronto con i sistemi di finanziamenti cinema a livello internazionale. Negli Stati Uniti, il modello dominante si basa su investimenti privati e su una fortissima concentrazione delle grandi major, senza politiche di vero sostegno pubblico su vasta scala. In Asia, paesi come Corea del Sud e Cina stanno investendo massicciamente sul proprio cinema nazionale, combinando incentivi pubblici e strategie di esportazione culturale.

L’Europa presenta ancora un patrimonio unico di autori, generi e produzioni, ma rischia di perdere terreno se non saprà rilanciare un proprio modello competitivo, come sottolineato da Giuli nel suo intervento a Consiglio UE Cultura Bruxelles.

Prospettive e sfide per il cinema europeo nel decennio 2025-2035

Guardando al futuro, il cinema europeo è chiamato a rispondere a numerose sfide:

* Adattarsi ai nuovi paradigmi digitali; * Aumentare la propria capacità di finanziamento e distribuzione internazionale; * Valorizzare i talenti giovani e la creatività locale; * Difendere la propria identità culturale in un mercato sempre più globalizzato.

Riflessioni finali: verso un nuovo modello sostenibile

In conclusione, la proposta avanzata da Alessandro Giuli al Consiglio UE Cultura segna una tappa significativa nel percorso di aggiornamento delle politiche cinematografiche europee. Il Tax Credit europeo potrebbe rappresentare non solo uno strumento di sostegno finanziario, ma anche un simbolo di una nuova stagione di coesione culturale e sociale per il Vecchio Continente.

L’auspicio è che il dibattito avviato a Bruxelles possa tradursi, a breve, in scelte operative concrete, capaci di regalare un futuro solido e ricco di opportunità a tutta l’industria audiovisiva europea. In un’epoca segnata dall’incertezza e dai cambiamenti rapidi, investire su cultura e cinema è una delle scommesse più strategiche per l’Unione Europea, le sue imprese e i suoi cittadini.

Pubblicato il: 13 maggio 2025 alle ore 15:19