Case editrici oscurano gli stand: la protesta alla fiera “Più libri più liberi” di Roma contro le pubblicazioni nazifasciste
Indice dei paragrafi
1. Introduzione: La protesta alle fiera “Più libri più liberi” 2025 2. Il contesto: la presenza di ‘Passaggio al Bosco’ e le reazioni 3. Le motivazioni della protesta delle case editrici 4. Dettagli pratici della manifestazione 5. Il coinvolgimento della cultura: la lettera all’AIE 6. Fandango e la diffusione del volantino su libertà di stampa e pensiero 7. Libri, libertà e responsabilità sociale degli editori 8. Il dibattito sul nazifascismo nell’editoria italiana 9. Analisi delle reazioni del pubblico e delle istituzioni 10. Le implicazioni per il futuro dell’editoria italiana 11. Sintesi finale: una fiera tra cultura, protesta e confronto
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Introduzione: La protesta alle fiera “Più libri più liberi” 2025
La fiera del libro "Più libri più liberi 2025" a Roma si annuncia non solo come momento culturale di grande rilievo, ma anche come scenario di una protesta significativa nel panorama dell’editoria italiana. Sabato 6 dicembre, alle ore 15, numerose case editrici oscureranno gli stand per mezz’ora: un gesto pensato per manifestare dissenso contro la presenza della casa editrice ‘Passaggio al Bosco’, accusata ormai da tempo di proporre pubblicazioni di matrice nazifascista. La protesta editori Roma si innesta così entro la più vasta discussione su editoria e cultura Italia, sui limiti della libertà di stampa e pensiero, e su quale sia la responsabilità degli operatori culturali nella società odierna.
Il contesto: la presenza di ‘Passaggio al Bosco’ e le reazioni
La presenza della casa editrice ‘Passaggio al Bosco’ alla fiera del libro Roma non è passata inosservata, anzi. Negli ultimi anni, questa realtà editoriale è stata oggetto di accese polemiche a causa della natura dei titoli pubblicati, spesso ritenuti riconducibili all’ideologia nazifascista. In occasione dell’edizione 2025 di Più libri più liberi, la scelta degli organizzatori di accogliere tra gli espositori anche ‘Passaggio al Bosco’ ha innescato una reazione a catena che ha coinvolto editori, autori, associazioni culturali e numerosi visitatori.
Secondo quanto affermato da diversi operatori del settore, accogliere uno stand il cui catalogo include contenuti vicini al negazionismo, all’odio razziale e apologia di regimi totalitari rappresenta una ferita per i valori fondanti della cultura democratica e repubblicana. Questo nodo ha condotto oltre 80 nomi della cultura italiana a invitare l’Associazione Italiana Editori (AIE) a prendere posizione netta, attraverso una lettera ufficiale che chiede conto della scelta e annuncia l’avvio di una protesta culturale a Roma.
Le motivazioni della protesta delle case editrici
Ma perché le case editrici hanno scelto di attuare una protesta così eclatante come l’oscuramento degli stand? Le ragioni sono molteplici e riflettono un tessuto culturale attento alle sfide del momento. In primo luogo, si tratta di riaffermare con forza che l’editoria non può essere solo veicolo neutro di idee, ma deve porsi interrogativi etici e sociali rispetto ai contenuti che diffonde.
Non si tratta di censura, sottolineano gli organizzatori della protesta e i firmatari della lettera, ma di un’azione simbolica volta a segnalare il rifiuto verso ogni forma di normalizzazione di contenuti nazifascisti, negazionisti e razzisti nella sfera pubblica e culturale italiana. Oscurare gli stand, anche se solo per una breve parentesi di mezz’ora, è dunque un atto di testimonianza e di richiesta di assunzione di responsabilità collettiva.
La protesta editori Roma vuole inoltre essere una sollecitazione per una più ampia riflessione sulla relazione delicata tra libertà di espressione e tutela dei valori democratici, un equilibrio che non deve tradursi né in censura preventiva né in tolleranza verso la diffusione di odio e revisionismo storico.
Dettagli pratici della manifestazione
La protesta avverrà sabato alle ore 15:00. Per mezz’ora, decine di case editrici spegneranno le luci e copriranno i propri stand con teli, oscurando così le loro vetrine e le relative proposte editoriali all’interno della fiera Più libri più liberi 2025. Si prevede che l’iniziativa coinvolga una parte significativa degli stand presenti, a dimostrazione dell’ampio dissenso nei confronti della presenza di Passaggio al Bosco.
Durante la manifestazione, verranno distribuiti materiali informativi, tra cui un volantino redatto da Fandango, che metterà al centro il valore della libertà di stampa e pensiero e la responsabilità etica di chi opera nel mondo della cultura. Gli organizzatori hanno garantito che la protesta si svolgerà in modo pacifico e rispettoso, senza impedire lo svolgimento ordinato della fiera.
Il coinvolgimento della cultura: la lettera all’AIE
Oltre 80 nomi della cultura italiana hanno sottoscritto una dura lettera inviata all’Associazione Italiana Editori (AIE), chiedendo spiegazioni sulla decisione di ammettere Passaggio al Bosco tra gli espositori della kermesse romana. Nella lettera si fa espresso riferimento ai rischi legati alla presenza di una realtà editoriale accusata di diffondere pubblicazioni con contenuti apologetici verso il nazifascismo e di offrire spazio a esponenti di frange estremiste.
I firmatari sottolineano il rischio che, in assenza di un chiaro posizionamento, si legittimi la presenza di queste realtà nel tessuto del mercato editoriale italiano, e richiedono quindi all’AIE e agli organizzatori della fiera un’assunzione di responsabilità. La lettera editori AIE ha suscitato un ampio dibattito, sia all’interno della categoria sia tra gli osservatori esterni, e rappresenta un ulteriore segnale della vivacità e della consapevolezza che anima il settore culturale italiano.
Fandango e la diffusione del volantino su libertà di stampa e pensiero
Tra le iniziative annunciate in occasione della manifestazione, spicca quella della casa editrice Fandango, sempre schierata a difesa della pluralità e della profonda libertà della parola scritta. Sabato, al momento della protesta, Fandango distribuirà un volantino volto a sensibilizzare il pubblico sul tema della libertà di stampa e pensiero, ricordando che tali principi non sono slogan astratti ma garanzie fondamentali della democrazia.
Il volantino presenterà inoltre una riflessione sugli equilibri tra diritto alla pubblicazione, necessità di memoria storica e doveri etici del comparto editoriale. L’obiettivo è coinvolgere non solo gli operatori, ma anche il pubblico della fiera, in una discussione matura e consapevole su questi temi cruciali per la società italiana.
Libri, libertà e responsabilità sociale degli editori
La fiera Più libri più liberi 2025 si trova così al centro di un dibattito quanto mai attuale sui rapporti tra libertà editoriale, responsabilità sociale e contrasto all’odio. Il tema non riguarda solo la specifica protesta contro Passaggio al Bosco e i contenuti nazifascisti, ma tocca una dimensione più ampia: quella degli argini che l’editoria collettivamente può e deve porre ai discorsi di incitamento all’odio e al negazionismo.
In Italia, la libertà di stampa e pensiero è tutelata dalla Costituzione, e il pluralismo delle idee è fra i pilastri del sistema democratico. Tuttavia, la Corte Costituzionale stessa, con numerose sentenze, ha rimarcato che la libertà di espressione non può essere usata come scudo per giustificare il razzismo o l’apologia di crimini contro l’umanità.
Di fronte a questi confini, le case editrici sono chiamate a una duplice responsabilità: come imprese che devono sostenersi sul mercato, ma anche come soggetti culturali che plasmano l’immaginario collettivo e i valori condivisi. La protesta degli editori alla fiera rappresenta, in questo senso, un atto di presenza e di consapevolezza rispetto al ruolo centrale dell’editoria e cultura Italia nella società.
Il dibattito sul nazifascismo nell’editoria italiana
L’accusa rivolta a Passaggio al Bosco di essere una casa editrice che veicola contenuti nazifascisti porta forza a un dibattito più ampio e non privo di controversie. Negli ultimi anni, sono emerse diverse realtà che, in nome della libertà di espressione, hanno editato e diffuso opere e saggi in aperta rottura con i principi antifascisti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi italiane, come quella contro l’apologia del fascismo e il negazionismo.
Queste realtà, spesso marginali, trovano spazi di visibilità attraverso fiere, saloni, librerie indipendenti e talvolta anche nelle vetrine online. Per molti osservatori, tollerare la presenza di questi editori contribuisce a una pericolosa normalizzazione e a una progressiva erosione della memoria storica e dei valori democratici. Da qui la richiesta crescente di una vigilanza attiva, che non si sostituisca alla legge ma rafforzi la coscienza civile e culturale nel contrasto ai fenomeni di odio e revisionismo.
Per la fiera del libro Roma, la questione si è fatta particolarmente delicata perché Più libri più liberi è riconosciuta proprio come uno degli appuntamenti italiani più aperti al dibattito e ai nuovi orizzonti della letteratura contemporanea. Gli organizzatori si sono trovati quindi a dover bilanciare, in un equilibrio difficile, libertà di scelta e tutela valori.
Analisi delle reazioni del pubblico e delle istituzioni
Le anticipazioni riguardo la protesta hanno già suscitato diverse reazioni, sia nelle istituzioni che nell’opinione pubblica. Molti visitatori della fiera si sono dichiarati solidali con l’iniziativa delle case editrici contro Passaggio al Bosco, vedendo nell’oscuramento degli stand un segnale forte e chiaro di rifiuto verso ogni tentativo di sdoganare idee nazifasciste.
Non mancano tuttavia voci contrarie, che intravedono nel gesto degli editori un’azione troppo simile a una censura. Tuttavia, gli organizzatori e i firmatari della lettera editori AIE ribadiscono che la protesta è indirizzata non alla mera espressione di idee diverse, ma alla presenza di contenuti che, oggettivamente, violano i principi fondanti della convivenza democratica.
Le istituzioni italiane non hanno ancora preso una posizione ufficiale sulla vicenda, ma si prevede che il tema venga discusso anche a livello parlamentare, considerando la rilevanza che la fiera del libro Roma assume nel contesto nazionale ed europeo. Nel frattempo, alcune associazioni partigiane e movimenti civici hanno espresso il loro sostegno agli editori promotori dell’iniziativa.
Le implicazioni per il futuro dell’editoria italiana
La protesta delle case editrici a Più libri più liberi 2025 segna un punto di svolta che potrebbe influenzare in modo duraturo le modalità di selezione e ammissione degli espositori nelle principali manifestazioni culturali italiane.
Se da un lato molti operatori invocano criteri più stringenti, dall’altro emerge la necessità di un confronto trasparente sulla definizione dei limiti della libertà editoriale. Si discute della possibilità di introdurre codici etici condivisi, oppure di istituire commissioni di vigilanza che, senza sostituirsi all’autorità giudiziaria, possano esprimere valutazioni circa l’opportunità di ospitare editori le cui pubblicazioni risultino incompatibili coi valori democratici.
Per la fiera del libro Roma e per tutto il settore editoriale, sarà fondamentale nei prossimi mesi articolare un percorso di dialogo e coinvolgimento collettivo, capace di evitare derive sia censorie che permissive, mantenendo ferme le radici antifasciste e pluraliste della cultura italiana.
Sintesi finale: una fiera tra cultura, protesta e confronto
L’appuntamento con la fiera Più libri più liberi 2025 sarà ricordato non solo per la ricchezza degli incontri e delle proposte editoriali, quanto come un passaggio emblematico nella storia dell’editoria e della cultura in Italia. La protesta culturale a Roma degli editori, attraverso uno strumento inedito come l’oscuramento degli stand, ripropone con forza domande cruciali: quali sono i confini della libertà culturale? Cosa significa davvero essere sentinelle della democrazia attraverso i libri? Come bilanciare il diritto alla diversità di pensiero con il dovere di contrastare ogni tentativo di revisionismo e apologia dell’odio?
In attesa che la manifestazione si svolga e che le istituzioni si esprimano in modo più chiaro, resta un dato di fatto: la società italiana è chiamata ancora una volta a interrogarsi, attraverso il prisma dell’editoria, sui valori da difendere e sulle scelte da compiere. Una riflessione che, a partire dalla fiera del libro Roma, potrà contribuire a tracciare nuove linee guida per la convivenza civile e la diffusione della cultura nel paese, all’insegna del pluralismo, del rispetto e della memoria.