800 Anni dal Cantico delle creature: San Francesco e la rivoluzione dello sguardo sull’universo
Indice
1. Introduzione: Un anniversario di eccezionale valore culturale 2. San Francesco d’Assisi: Contesto storico e spirituale 3. Il ‘Cantico delle creature’: Origine e struttura 4. L’innovazione linguistica: dal latino al volgare umbro 5. Una lode all’universo creato 6. La rivoluzione dello sguardo: l’uomo, la natura, il divino 7. Cantico delle creature: Analisi e interpretazione contemporanea 8. L’impatto del Cantico sulla filosofia e sulla cultura 9. San Francesco, la natura e l’ecologia moderna 10. Le celebrazioni per gli 800 anni del Cantico 11. Conclusioni: L’attualità di un messaggio senza tempo
Introduzione: Un anniversario di eccezionale valore culturale
In questo 2025 si celebrano gli 800 anni dalla composizione del Cantico delle creature di San Francesco, un’opera che continua tutt’oggi a interrogare e a meravigliare. Attraverso le sue parole semplici e profonde, San Francesco avviò una rivoluzione nello sguardo sul mondo, invitando l’umanità a riconoscere la bontà originaria dell’universo quale opera del Creatore e a nutrire una rinnovata gratitudine verso la natura e le sue creature. Questa ricorrenza rappresenta un’occasione per riscoprire il valore intramontabile di un testo che ha segnato una svolta umana, filosofica e linguistica nella nostra cultura.
San Francesco d’Assisi: Contesto storico e spirituale
San Francesco, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, nacque ad Assisi nel 1181 o 1182 e divenne una delle figure spirituali più influenti della storia occidentale. In un’epoca segnata da forti contrasti sociali, economici e religiosi, Francesco propose uno stile di vita radicato nell’umiltà, nella povertà volontaria e in una fraternità universale che abbracciava uomini, animali e persino gli elementi della natura.
Il ‘Cantico delle creature’ fu composto tra l’autunno del 1224 e l’inizio del 1225, quando Francesco si trovava in gravi condizioni di salute presso il convento di San Damiano. La sua visione del mondo, profondamente segnata dall’esperienza mistica e da una sensibilità unica verso il creato, si concretizzò in questo testo di straordinaria bellezza e originalità. In un tempo in cui predominava un’idea spesso problematica della materia e della realtà terrena, Francesco propose una filosofia dell’universo incentrata sulla lode, la gratitudine e l’accoglienza del mistero della vita.
Il ‘Cantico delle creature’: Origine e struttura
Il Cantico delle creature di San Francesco — conosciuto anche come “Laudato si', mi' Signore” — è considerato il primo vero esempio di poesia italiana. Fu scritto in volgare umbro, segnando una pietra miliare nella storia della nostra lingua: grazie a Francesco, la bellezza poetica poté parlare direttamente al cuore e all’intelligenza di tutti, superando le barriere dell’erudizione latina.
Il ‘Cantico’ si struttura in una serie di lodi rivolte a Dio attraverso il ringraziamento per ogni creatura, dall’acqua al fuoco, dal sole alla luna, dalla terra agli uomini. Ogni strofa presenta uno stile semplice, accessibile e profondamente coinvolgente:
* “Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so le laude, la gloria, l’onore e onne benedizione…” * “…Laudato si', mi' Signore per frate Sole, per sora Luna e le stelle, per frate Vento, per sora Acqua, per frate Foco, per nostra madre Terra…”
L’innovazione linguistica: dal latino al volgare umbro
Uno degli aspetti più rivoluzionari del Cantico delle creature consiste nella scelta linguistica di San Francesco. Fino ad allora, la cultura ecclesiastica e letteraria si era espressa quasi esclusivamente in latino, lasciando l’accesso al sapere solo a pochi istruiti.
Francesco rompe con questa tradizione, utilizzando il volgare umbro: una lingua quotidiana, viva, comprensibile da tutti. Così, la ‘parola poetica’ diventa strumento di condivisione universale, accessibile alle donne e agli uomini comuni. Questo gesto, all’epoca audace, ha gettato le basi dell’italiano letterario, anticipando Dante e gli altri grandi padri della nostra lingua.
La scelta di San Francesco sancisce la centralità dell’esperienza umana nella percezione della divinità: non c’è più distanza tra sacro e profano, ma una nuova alleanza tra vita quotidiana e spiritualità. Questo punto si rivela essenziale per comprendere l’importanza del Cantico delle creature anche nella dimensione culturale e letteraria.
Una lode all’universo creato
Il fulcro del ‘Cantico’ è la lode all’universo creato. Ogni elemento della natura viene riconosciuto come ‘fratello’ o ‘sorella’, in un rapporto familiare che travalica la logica della sottomissione e della dominazione sull’ambiente. Soltanto Francesco è stato in grado di affermare, con tale forza, la bontà dell’universo come opera di Dio.
Le creature non sono semplici oggetti o ornamenti, ma testimoni viventi della grandezza e dell’amore divino. Come scrive San Francesco:
* *Il sole, fonte di luce; la luna, madre delle notti serene; il vento, simbolo dello spirito libero; l’acqua, umile e preziosa; il fuoco, vigoroso e tenero; la terra, madre generosa.*
Ogni aspetto della realtà, anche quello più umile, diventa occasione di incontro con il mistero della vita e, tramite la lode, di profonda gratitudine. Questa visione mette in crisi la tendenza a considerare la natura solo come risorsa da sfruttare, ponendo le basi di un nuovo rapporto tra uomo, ambiente e spiritualità.
La rivoluzione dello sguardo: l’uomo, la natura, il divino
Parlare oggi di San Francesco rivoluzione sguardo mondo significa riconoscere la potenza trasformatrice del suo pensiero. Il ‘Cantico’ propone una relazione ‘orizzontale’ tra essere umano e resto del creato: ciascuno è chiamato a riconoscersi parte di un tutto più grande, ad accogliere la ‘differenza’ e la ‘fragilità’ di ogni creatura quale manifestazione dell’infinito.
Non è un caso che il linguaggio sia quello della fraternità. Per Francesco, Dio non è distante e irraggiungibile, ma presente, vicino, tessitore invisibile di una rete di relazioni che comprende ogni aspetto dell’esistere. A otto secoli di distanza, questa filosofia dell’universo di San Francesco non smette di interrogare la coscienza contemporanea, specie rispetto alle sfide della crisi ambientale e della perdita di senso.
Cantico delle creature: Analisi e interpretazione contemporanea
Un’analisi del Cantico delle creature evidenzia come San Francesco abbia dato avvio a un pensiero ecologico e spirituale ante litteram. Mentre il Medioevo era segnato dalla paura e dal sospetto verso la fisicità — spesso vista come ostacolo alla purezza spirituale — il poverello d’Assisi smentì radicalmente questa visione.
Il Cantico non distingue fra sacro e profano: piuttosto, ogni creatura, grazie, e non nonostante, la propria materialità, diventa luogo della presenza divina. L’uomo non è il dominatore della natura, ma un ‘fratello minore’ che si relaziona con rispetto e gratitudine con tutte le altre esistenze. Oggi, questa visione viene considerata fortemente attuale:
* Rappresenta una radice profonda dell’attuale pensiero ecologico; * Invita a riconoscere la nostra interdipendenza con il mondo naturale; * Suggerisce uno stile di vita sobrio, solidale e responsabile verso l’ambiente; * Propone la gioia della lode come antidoto all’alienazione contemporanea.
L’impatto del Cantico sulla filosofia e sulla cultura
La portata rivoluzionaria del Cantico delle creature di San Francesco è stata riconosciuta nei secoli. L’opera ha influenzato profondamente l’arte, la filosofia e la letteratura italiana ed europea, ponendo le basi di una spiritualità nuova e di una rinnovata sensibilità verso i temi della natura. Pensatori come Giotto, Dante, Petrarca e Leopardi devono alla visione di Francesco una buona parte della propria ispirazione: la natura, da luogo di ansia e incertezza, diviene spazio di incontro, meditazione e possibilità.
In campo filosofico, il Cantico ha anticipato molte delle intuizioni successivamente sviluppate nella filosofia moderna e nell’etica ambientale. Il concetto di ‘bontà dell’universo’ come fondamento dell’agire umano, e di responsabilità condivisa verso il creato, risuona oggi con particolare forza nelle riflessioni sulla biodiversità, la sostenibilità e la cura della casa comune.
San Francesco, la natura e l’ecologia moderna
La lode alle creature di San Francesco, a distanza di ottocento anni, è diventata manifesto di un pensiero ecologico profetico. Non a caso, la Laudato si’ di Papa Francesco del 2015, la grande enciclica sull’ecologia integrale, riprende proprio le parole del poverello d’Assisi. Il nuovo sguardo su uomo e natura espresso nel Cantico trova oggi una risonanza clamorosa nelle grandi sfide ambientali:
* Surriscaldamento globale * Perdita della biodiversità * Consumo eccessivo di risorse * Necessità di un’economia e di uno stile di vita sostenibili
Questi temi, ben presenti nella società contemporanea, trovano nel pensiero di San Francesco un riferimento etico e spirituale ineludibile. Il legame di San Francesco e la natura, così come espresso nel Cantico, suggerisce una “conversione ecologica” che si fonda su rispetto, umiltà e gratitudine verso la totalità della creazione.
Le celebrazioni per gli 800 anni del Cantico
L’anniversario degli 800 anni del Cantico di San Francesco è occasione di numerose iniziative in Italia e nel mondo. Molteplici città, a partire da Assisi, ospitano festival, conferenze, mostre, concerti e attività didattiche rivolte a scuole e comunità intere.
Tra le manifestazioni più significative:
* Spettacoli teatrali e musicali ispirati al Cantico * Mostre documentarie sulla storia e l’impatto dell’opera * Incontri di approfondimento filosofico e teologico * Percorsi di educazione ambientale nelle scuole
In questo contesto, la scuola assume un ruolo centrale: il coinvolgimento delle nuove generazioni nella riscoperta dei valori suggeriti da San Francesco rappresenta un investimento prezioso per il futuro della società. Non solo un semplice ‘amarcord’, dunque, ma un concreto laboratorio d’innovazione culturale.
Conclusioni: L’attualità di un messaggio senza tempo
A ottocento anni dalla sua composizione, il Cantico delle creature di San Francesco manifesta una straordinaria attualità. La sua forza messianica, fatta di semplicità, gratitudine e profonda umanità, continua a illuminare il rapporto tra uomo, Dio e universo, proponendo una ‘rivoluzione dello sguardo’ ricca di ispirazioni operative anche nel nostro tempo:
1. Educare allo stupore verso il creato 2. Ricostruire responsabilità e solidarietà tra le generazioni 3. Integrare scienza, etica e spiritualità nella riflessione sull’ambiente 4. Promuovere la cultura della lode e della gratitudine
In una società spesso segnata da crisi di senso, divisioni e conflitti, le parole di San Francesco risuonano come invito potente a riguadagnare un rapporto armonioso e rispettoso con il mondo. È questa la profonda eredità del Cantico delle creature: un messaggio senza tempo, capace di ispirare e guidare, oggi più che mai, ogni percorso di crescita personale e collettiva.